(ASI) Roma  - “Avere uno scopo, potersi rendere utile per degli altri esseri viventi, prendersi cura degli animali, dargli da bere, da mangiare, poter accarezzare un cane, un gatto, potrebbe essere vantaggioso per lenire la solitudine, lo sconforto del soggetto ristretto oltre a favorire la sua responsabilizzazione e la sua risocializzazione.

In un contesto di pena insopportabile, segnato continuamente da suicidi, da tentativi di suicidio, da atti di autolesionismo, e comunque da grandi disperazioni individuali, sarebbe importante favorire gli incontri, i “colloqui”, tra i detenuti e i loro rispettivi animali, come se questi ultimi fossero effettivamente dei membri della famiglia del ristretto, così come sarebbe importante che al di là del fatto che si tratti dei propri animali domestici, possano prendere vita nelle nostre carceri tante iniziative atte a favorire in linea generale proprio il rapporto tra i detenuti e gli animali. In questo modo, tra l’altro, pensando ad esempio ai servizi di toelettatura per cani, potrebbero anche crearsi delle nuove occasioni di lavoro per gli stessi detenuti”. Lo afferma in una nota Giuseppe Maria Meloni, portavoce dell’iniziativa Piazza delle Carceri e della Sicurezza del cittadino ed esperto di questioni concernenti la pena e la sua esecuzione.

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