(ASI) Il grande clamore destato dagli esiti delle elezioni europee non giustifica eccessivi allarmismi sulla tenuta del Governo italiano (Lega+M5S), manifestati da diversi, anche autorevoli, osservatori politici.
Occorre separare i futuri assetti del nuovo Parlamento Europeo dalla situazione del Governo italiano in carica. Infatti, in Europa la maggioranze dovrebbe raccogliersi intorno al gruppo maggioritario Popolari-socialisti e liberali (con un qualche ruolo dei Verdi), anche se è ancora incerta la collocazione dei vari partiti popolari o consevatori di destra della UE (Polonia,Ungheria, ecc.). In ogni caso si deve prendere coscienza di un cambiamento in atto. Parafrasando una frase di Bush Junior dopo l'11 settembre 2001 si può essere certi che anche in Europa "niente sarà più come prima". In italia, invece, niente è cambiato sotto il profilo dell'esecutivo e della governabilità del Paese. ll M5S perde molti consensi in Europa, ma in Italia mantiene intatta la sua maggioranza assieme alla Lega. Perché, anche se si dovesse calcolare con le percentuali europee, l'unica soluzione governativa possibile in Italia rimane quella della Lega (34,33%)+M5S (17,07). Quindi, ogni tentativo di sostituire un'altra maggioranza (anche PD-M5S) all'attuale sarebbe destinato all'insuccesso. Allora, prima di proporre un'avventurosa alleanza Partito Democratico-Forza Italia (già sperimentata in Sicilia), Zingaretti e Berlusconi dovranno riflettere bene sulla impopolarità di questa formula. Che forse può piacere ai poteri forti, ma sicuramente non agli italiani, visti i risultati elettorali del 26 maggio 2019. E poi, comunque, mancherebbero i numeri. In conclusione: tranquilli italiani, non ci sarà un governo Zingarsconi.