(ASI) PERUGIA - Nonostante l'orario di lavoro e il programma improvvisato appena la sera precedente, circa 2.000 persone hanno risposto presente all'appello del ministro degli Interni e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini per un comizio elettorale in Piazza Italia, luogo-simbolo del Risorgimento e sede di Provincia e Prefettura, da un lato, e della Regione, dall'altro.

Proprio sui due imponenti edifici del settecentesco Palazzo Donini e del tardo-ottocentesco Palazzo Cesaroni, sede rispettivamente della Giunta e dell'Assemblea Legislativa della Regione Umbria, si sono improvvisamente accessi i riflettori delle cronache nazionali in questi ultimi giorni per lo scandalo che ha coinvolto la sanità regionale, finita al centro di un'indagine della Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura della Repubblica di Perugia, per una serie di presunti concorsi truccati che avrebbero favorito assunzioni o avanzamenti in graduatoria a vantaggio di candidati "raccomandati" dalla politica, presso l'Ospedale Santa Maria della Misericordia di Perugia.

Gli arresti domiciliari decisi nei confronti dell'ex segretario regionale del Partito Democratico, il cerretano Gianpiero Bocci, e dell'ex assessore alla Sanità e al Welfare, il folignate Luca Barberini, hanno sconvolto l'intero gruppo dirigente regionale, sino a convincere nel tardo pomeriggio di martedì la presidente Catiuscia Marini, anch'essa indagata, a dimettersi per tutelare le istituzioni e concentrarsi sulla difesa della propria posizione nell'ambito dell'inchiesta.

Il caos istituzionale locale ha convinto Matteo Salvini della necessità di raggiungere immediatamente il capoluogo umbro per preparare sin da subito le prossime elezioni regionali, a questo punto anticipate probabilmente ad ottobre, rispetto al termine naturale della legislatura previsto per la primavera del 2020. «L'Umbria merita un'amministrazione diversa perché da decenni la sinistra sta massacrando questa terra», ha detto Salvini dal palco di Piazza Italia, lasciando intendere che sarà Donatella Tesei, senatrice della Lega e sindaco di Montefalco, la prossima candidata del centrodestra per la guida della Regione.

«I tre governatori più amati d'Italia sono quelli della Lega di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Lombardia», ha aggiunto Salvini, auspicando che il prossimo presidente di regione fra i più amati sia proprio quello leghista dell'Umbria, una regione che, negli auspici del ministro, dovrà essere caratterizzata da «una sanità con liste d'attesa normali, che sia a disposizione degli umbri». La prossima classe dirigente locale «dovrà investire in strade, autostrade e ferrovie» perché pur essendo una regione «fra le più belle del mondo», l'Umbria è ancora difficilmente raggiungibile, pagando a caro prezzo un deficit infrastrutturale oggettivamente sussistente.

Oltre alla Tesei, sul palco era presente l'intero stato maggiore della Lega locale, con gli altri parlamentari eletti in Umbria lo scorso anno fra Camera e Senato - Luca Briziarelli, Virginio Caparvi, Riccardo Augusto Marchetti e Simone Pillon, affiancati dalla collega Barbara Saltamartini, eletta nel Lazio ma designata commissario della Lega a Terni, dal consigliere regionale Valerio Mancini e da tutti i prossimi candidati del partito, sia alle europee che alle amministrative.

Come facilmente prevedibile, non sono mancate le stoccate ai contestatori - circa 60 persone appartenenti prevalentemente alla galassia della sinistra radicale e alle associazioni femministe - sul tema della gestione dei flussi migratori. «Finché sono ministro dell'Interno, in Italia si entra se si ha il permesso di entrare, altrimenti a casa», ha ribadito Salvini, confermando la chiusura dei porti del nostro Paese. «Grazie alla politica della Lega e di questo governo, si è dimezzato il numero dei morti nel Mediterraneo», ha poi precisato il leader del Carroccio. «Quanti trentenni vedete in piazza a Perugia, col telefonino e con il cappellino che non fanno nulla dalla mattina alla sera?», chiede retoricamente Salvini al pubblico.

Sul piano economico, anche in Umbria la linea del partito sarà quella del «sostegno agli agricoltori, ai commercianti e ai disoccupati», perché «chi sceglierà la Lega il 26 maggio a Perugia, come nel resto dell'Umbria, farà una scelta precisa: i soldi della Regione, le case popolari, i posti di lavoro e i contributi pubblici vanno prima agli italiani», premette Salvini. A questo proposito, l'incontro pubblico di oggi è stato anche l'occasione per presentare la squadra dei candidati della Lega al Consiglio Comunale di Perugia, dove il Carroccio, cinque anni fa assente dalla competizione per motivi interni, sosterrà la candidatura del sindaco uscente Andrea Romizi, già alla testa di una giunta di centrodestra e civici dal 2014, quando la città cambiò colore politico per la prima volta nella storia repubblicana.

Dopo Terni, dove alle elezioni comunali anticipate dello scorso anno la Lega propose, insieme al resto del centrodestra, la candidatura di Andrea Latini, ottenendo un successo sopra ogni aspettativa, si tenta dunque di fare il bis a Perugia, dove tuttavia il partito di Salvini potrà partire dal lavoro svolto dalla coalizione "alleata" nel corso degli ultimi cinque anni. Nel resto della regione, si voterà poi in altri comuni importanti, come Foligno, terza città dell'Umbria per numero di abitanti, Gubbio, Orvieto, Bastia Umbra, Castiglione del Lago, San Giustino, Città della Pieve ed altri ancora. Appuntamenti che potrebbero cambiare definitivamente il volto politico di una regione ancora stordita dagli ultimi fatti di cronaca.

 

Redazione - Agenzia Stampa Italia

 

 

 

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