(ASI) Umbria - "Assistiamo con grande preoccupazione agli sviluppi della vicenda ex-Cementir, che sembra avviarsi verso un’ulteriore perdita per il tessuto produttivo spoletino, già pesantemente colpito dalle crisi industriali che si sono susseguite negli ultimi anni: IMS, Novelli, Maran, per citare solo i casi più eclatanti.
L'annuncio della messa in vendita dello stabilimento è solo l'ultimo capitolo di una crisi che va ormai avanti da anni e a cui sembra dare un'accelerazione che alimenta le più cupe previsioni riguardo al destino dello stabilimento, delle maestranze e dei lavoratori dell'indotto.
Ammesso e non concesso che si riesca ad evitare la chiusura dello stabilimento, date le possibilità che si ventila siano sul tavolo, nonché le norme che stabiliscono la concentrazione di cementifici sul territorio regionale, le prospettive – anche in caso di vendita della neo costituita Spoleto Cementi SRL- sembrano ridursi alla chiusura della produzione e il mantenimento della sola macinazione: tale situazione porterebbe verosimilmente a una perdita del 50% dei posti di lavoro. L’alternativa viabile a livello infrastrutturale per mantenere il forno acceso sarebbe il consenso all'incenerimento di CSS.
Di fronte a questo dilemma, non sorprende la cautela con cui si muovono le istituzioni comunali, attrici attive di questa vicenda in quanto proprietarie della cava che alimenta la cementeria, che si trovano strette fra l'incudine dei licenziamenti e della perdita di un'ulteriore pezzo del tessuto industriale spoletino e il martello di dover comunicare alla cittadinanza l'avvio della termovalorizzazione nei forni dell'ex-Cementir, che per quanto soggetta a continuo monitoraggio da parte dell'ARPA, non sarebbe certo accolta bene dalla cittadinanza.
Il Partito Comunista esprime il suo massimo supporto ai lavoratori della ex-Cementir e a quelli dell'indotto, sia su queste pagine che davanti ai cancelli dell’azienda. Invitiamo inoltre i cittadini di Spoleto a non adagiarsi sulle vuote promesse di chi millanta un contatto diretto con il ministero del lavoro che, come si è visto in altri casi (valga l'esempio della Pernigotti per tutti), si è distinto soltanto per dilettantismo e approssimazione, ma a mobilitarsi in difesa del diritto al lavoro e dell'economia del territorio. Solo la lotta paga!"
Lo dichiara in una nota il Partito Comunista di Spoleto.