(ASI) Dalla manifestazione di Messina tenutasi ieri 20 Luglio è emersa tutta la rabbia degli agricoltori e della società civile nei confronti della classe politica tutta rea di aver portato le aziende agricole al fallimento.
In particolare viene accusato il Ministro all'Agricoltura Romano di non aver capito che non si può scherzare con un milione di aziende agricole tra fallite e prossime al fallimento che impegnano circa 5 milioni di agricoltori che con il loro sudore si sono creati un posto di lavoro autonomo contribuendo a far girare l'economia che ha rappresentato perdite per l'imprenditore. Il ministro Romano deve sapere così come tutto il Governo che creare milione di posti nella pubblica amministrazione e nei servizi costa per ogni dipendente circa 2 milioni di euro, non contribuendo al pil dello Stato; essendo il lavoro nella pubblica amministrazione un attività secondaria, clientelare, a sostegno della politica e dei politici di lungo corso.
Il ministro Romano proponendo di allargare l'esdebitamento alle aziende agricole fallite ( non posso essere dichiarate fallite per legge) non capisce che nessun imprenditore è nelle condizioni di proporre al tribunale fallimentare una transazione al 60% proprio perchè le scelte politiche degli ultimi 20 anni hanno decretato la morte delle aziende con gli alti costi di produzione: energetici, burocratici, bancari, concorrenziali con i prodotti agricoli importati dai paesi produttori a basso costo frutto di accordi politici. Il ministro Romano non sa che il Governo ha salvato banche e grosse imprese cosa che gli agricoltori chiedono attraverso l'allargamento della legge nazionale 237 del 93 da estendere a tutte le aziende agricole.
Qualora il governo continuerà ad essere sordo alle richieste degli agricoltori, dice Martino Morsello del Movimento dei Forconi, la lotta sarà estesa in tutta Italia e che nessuno pensi di togliere le aziende agli agricoltori e i loro beni perchè incontrollabili possono essere le reazioni di chi viene privato di un bene che ha conquistato con sangue e sudore. Vani infatti sono stati le iniziative dei sequestri coatti operati in Sardegna in questi ultimi mesi dove le forze dell'ordine e gli uscieri dei tribunali sono stati costretti a desistere. Confrontiamoci con le istituzioni, magistrati, forze dell'ordine e politici prima che succedano fatti eclatanti.
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