(ASI) "I rincari autostradali sono da bloccare. È prioritario oggi stoppare gli aumenti dal primo gennaio, su tutta la rete nazionale. Per la A24 e A25, ad esempio, i Sindaci e Uncem Lazio sono stati chiari scendendo più volte in piazza negli ultimi mesi: no agli aumenti delle tariffe.
Devono essere ascoltati. I Sindaci non possono accettare, così come tutti gli utenti, un aumento del 15 per cento delle tariffe sulla Strada dei Parchi. Vale per tutti i 6940 chilometri di autostrade italiane. Un terzo di queste vie di comunicazione attraversa Alpi e Appennini. Solo in Piemonte, sono già scadute diverse concessioni, compresa la tangenziale di Torino. Nella nuova gara, i territori devono avere un ruolo: vanno individuati precisi ristorni e investimenti locali.
Uncem ha scritto a tutti i Concessionari e al Ministero dei Trasporti chiedendo di bloccare gli aumenti. Ma il tema è, secondo Uncem, politico. Richiede cioè una presa di posizione del Parlamento e del Governo. "Deve essere previsto che una parte del canone incassato dallo Stato torni sui territori", sottolinea Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem. Ad esempio per finanziare il fondo nazionale montagna. Lo prevedeva un emendamento alla legge di bilancio, non accolto. Bussone prosegue: "Era necessario prevedere il ristorno di una parte dei canoni versati allo Stato dai concessionari autostradali, ai fini di compensazioni ambientali i territori montani compromessi dal punto di vista paesaggistico e ambientale dalla presenza di queste grandi infrastrutture, delle autostrade. Una parte dei proventi derivanti dai canoni versati a seguito delle concessioni dovrebbero essere usati per rimpinguare tre fondi: il fondo manutenzioni dell'Anas, il fondo per il trasporto pubblico locale e, appunto, il fondo per la montagna". "Si sarebbe trattato, nella legge di bilancio varata ieri, di un provvedimento storico per gli enti locali della montagna italiana - commenta Bussone - per assicurare un'alimentazione finanziaria a progetti di sviluppo e di compensazione ambientale, introducendo un meccanismo innovativo che non grava sulla finanza pubblica ma ripristina una logica di naturale compensazione ambientale secondo la logica del pagamento dei servizi ecosistemici".