Inceneritore di Scarlino. On. Elisabetta Ripani: "risposte vaghe dai ministeri della Salute e dell’Ambiente. Forza Italia continuerà la sua battaglia in Parlamento"

Elisabetta Ripani(ASI) Roma - E' da tempo che  l' onorevole Elisabetta Ripani  di Forza Italia , eletta nel collegio plurinominale Toscana  e membro della Commissione Difesa,  segue con costante attenzione la situazione relativa all'inceneritore di Scarlino, struttura situata in provincia di Grosseto.

La tutela dell'ambiente di questo vasto territorio toscano sta tanto a cuore  all'esponente politco, che venerdì 12 ottobre ha presentato alla Camera un’interpellanza urgente proprio sull’inceneritore di Scarlino. 

Un'azione politica che segue  un'altra interrogazione parlamentare rivolta due mesi fa ai ministri della Salute, Giulia Grillo, e dell’Ambiente, Sergio Costa - atto formale finora senza risposta. Per questo la battagliera  parlamentare ha deciso di intervenire di nuovo. L'ha fatto, perché ritiene che "le richieste dei cittadini di Scarlino e Follonica meritino l’attenzione del Governo, istituzione che per prima deve vigilare sulle attività degli enti minori che in questi anni hanno rilasciato le autorizzazioni all’avvio dell’impianto della piana scarlinese. Purtroppo però le parole del sottosegretario all’Ambiente, Salvatore Micillo, non hanno soddisfatto completamente le mie aspettative". L'onorevole spiega inoltre che  "avevo chiesto ai ministri quali iniziative intendevano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze e in coordinamento con gli enti territoriali interessati, al fine di garantire la tutela dell'ambiente e della salute pubblica; e se non intendevano comunque promuovere, per quanto di competenza, l'avvio di un serio ed efficace monitoraggio e studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione dell'area interessata dell'inceneritore di Scarlino". Forte di queste argomentazioni e preoccupata perché ancora quella che reputa un'emergenza ambientale del territorio non è stata ancora affrontata come merita, l'onorevole  Elisabetta Ripani  di Forza Italia sollecita le Istituzioni ad intervenire per trovare le adeguate soluzioni. Infatti la deputta ribadisce che "le mie istanze partono dal presupposto che fino a oggi gli enti che si sono occupati e si occupano del rilascio delle autorizzazioni al funzionamento di quell’impianto, Provincia di Grosseto prima e Regione Toscana oggi, non abbiano tenuto conto di alcuni aspetti fondamentali della vicenda: prima di tutto mi riferisco alle richieste della popolazione che da anni lotta affinché l’inceneritore di Scarlino venga definitivamente bloccato, poi ai vari studi - ultimo quello del Cnr (Centro nazionale di ricerca) di Napoli sull’inadeguatezza dei forni dell’impianto, giudicati non idonei a bruciare gli inquinanti prima dell’immissione dei fumi nell’aria - che non sono stati presi in considerazione in sede di Conferenze dei servizi. E infine a tutte le sentenze che, in questa lunga e difficile vicenda, si sono susseguite e che di fatto hanno bocciato le procedure autorizzative, dando in molte occasioni ragione alla parte avversa all’impianto rappresentata dai comitati ambientalisti e dai Comuni di Scarlino e Follonica". Infine, la parlamentare non si ritiene soddisfatta della risposta data alla sua interpellanza dal sottosegretario che, da un lato, ha dichiarato: «Il ministero della Salute in accordo con l'Istituto superiore di Sanità sta valutando di procedere con un'appropriata valutazione di fattibilità, propedeutica all'eventuale conduzione di uno studio epidemiologico sullo stato di salute della cittadinanza di Follonica e Scarlino» e che i ministeri continueranno a vigilare. Però, dall'altro lato, il rappresentante del Governo, dopo aver elencato i passaggi storici della questione e le prescrizioni imposte dall’ultima Conferenza dei servizi, ha parlato anche della conseguente delibera della giunta regionale che ha nuovamente dato l’ok all’avvio dell’inceneritore di Scarlino.  Tutto ciò,  ribadisce l'onorevole non basta: "sulla salute e sulla tutela dell’ambiente non si fanno sconti. Per questo continueremo a monitorare la situazione e a incalzare il Governo affinché dimostri con i fatti di interessarsi alle popolazioni che vivono vicino all’inceneritore di Scarlino che, ribadiamo, è un impianto inadeguato che insiste su una piana già fortemente compromessa e mai bonificata".


Redazione Agenzia Stampa Italia

 

 

Atto Camera Interpellanza urgente 2-00135 presentato da RIPANI Elisabetta

Martedì 9 ottobre 2018, seduta n. 59

I sottoscritti chiedono di interpellare il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, il Ministro della salute, per sapere – premesso che:

nel 1993 Ambiente s.p.a. e Nuova Solmine s.p.a. (consociate Eni) presentano un progetto per trasformare una linea di arrostimento della pirite presente nella piana di Scarlino (Grosseto) in un impianto di termodistruzione di rifiuti solidi urbani e rifiuti assimilabili agli urbani;

nel 1995 si completa l’iter di approvazione del progetto per la trasformazione di una delle tre linee in cogeneratore per la produzione di energia elettrica;

Scarlino Energia s.p.a., società proprietaria dell'impianto, richiede la prima autorizzazione nell'anno 2008: la richiesta riguardava l'ammodernamento della centrale elettrica, alimentandola con biomasse e combustibile ricavato bruciando i rifiuti (CdR);

dal momento della concessione delle autorizzazioni per il funzionamento dell'impianto si è instaurato un contenzioso che ha visto protagonisti molti cittadini e i comuni di Follonica e Scarlino;

nel corso degli anni si sono susseguite le autorizzazioni: tre concesse dalla provincia di Grosseto e a seguire, dal 2015, dal nuovo ente preposto, la regione Toscana. Di contro, il contenzioso relativo all'inceneritore ha visto per due volte esprimersi il Tar e il Consiglio di Stato sulla illegittimità dei provvedimenti concessi dalla provincia di Grosseto, mentre relativamente all'autorizzazione concessa dalla regione Toscana si è finora pronunciato solamente il Tar (sentenza n. 921/2017), accogliendo in parte il ricorso promosso dai comuni di Follonica e Scarlino e dai comitati ambientalisti, che si sono nuovamente appellati al Consiglio di Stato per le parti respinte dal Tar;

nel 2017, Scarlino Energia ha chiesto una nuova autorizzazione al funzionamento dell'impianto: la conferenza dei servizi, conclusa a luglio 2018, ha rilasciato parere favorevole e la Giunta regionale ha deliberato per il rilascio dell'autorizzazione;

il termovalorizzatore è locato nella Piana di Scarlino, dove è ubicato il polo chimico-industriale del Casone di cui fanno parte anche gli impianti di Nuova Solmine e Huntsman Tioxide. L'area risulta già evidentemente compromessa da un'attività industriale ultradecennale, dove le bonifiche delle acque di falda non hanno trovato concreta esecuzione;

in base ai dati di esercizio 2013-2014, registrati nei rapporti Arpat, i forni producono inquinanti in materia tale da compromettere la salute dei cittadini;

da una relazione dell'Asl (pubblicata nel marzo 2018), sulla salute degli abitanti della zona di Follonica e Scarlino, emergono dati allarmanti circa un aumento di patologie neoplastiche della prostata, della vescica e del colon retto per gli individui di sesso maschile, cardiopatie ischemiche per la popolazione femminile, nonché malattie dell'apparato respiratorio. Meritano inoltre monitoraggio e particolare attenzione le nascite premature e i neonati sotto peso;

l'inquinamento dell'area della Piana di Scarlino, oltre a compromettere la salute e l'ambiente, comporta danni evidenti nell'agricoltura e nell'allevamento del bestiame, nonché danni economici anche al settore turistico, in una zona nota per la bellezza delle sue coste e del territorio interno. Nel corso delle sedute delle conferenze di servizi convocate nel procedimento di valutazione di impatto ambientale dell'inceneritore, i comuni di Follonica e Scarlino hanno richiesto lo svolgimento della Vis (valutazione di impatto sanitario) per verificare l'incidenza sulla salute della popolazione, valutazione mai esperita nel procedimento in questione;

gli esiti della consulenza tecnica del Cnr di Napoli, utilizzata nel contenzioso civile n. 1994/2013 pendente presso il tribunale di Grosseto (nell'ambito di causa collettiva promossa da associazioni ambientaliste e da soggetti privati), sono confermati anche dalla relazione peritale dei componenti del Collegio dei consulenti tecnici d'ufficio nel procedimento civile ed evidenziano la necessità di apportare modifiche costruttive all'impianto, risultando esso non conforme alla normativa sulla sicurezza delle emissioni (comma 3, articolo 237-octies del decreto legislativo n. 152 del 2006):

«la zona principale di combustione dei forni della Scarlino Energia presenta caratteristiche geometriche e condizioni di esercizio che non rispecchiano le tipiche condizioni fluido dinamiche e di processo dei combustori a letto fluidizzato bollenti. Ne consegue che i forni risultano essere fortemente sovraccaricati dal punto di vista termico e, di conseguenza, sono non adeguati ad operare. (...)»;

«La zona di postcombustione dei forni della Scarlino Energia, anche se fosse caratterizzata da un tempo medio di permanenza superiore ai 2 secondi (assenza di volumi morti nella regione sovrastante l'uscita dal reattore), non ottempera alla norma in virtù del fatto che il flusso gassoso in tale regione non è né controllato, né permane in maniera omogenea»;

a seguito della chiusura del termovalorizzatore di Pisa e del parere contrario del Consiglio di Stato alla realizzazione del nuovo inceneritore a Firenze, si avverte il timore che l'impianto possa trasformarsi in centro di stoccaggio e smaltimento di tutta la Toscana;

l'11 luglio 2018 la conferenza di servizi ha approvato la valutazione di impatto ambientale e rilasciato l'autorizzazione integrata ambientale per l'inceneritore di Scarlino, nonostante gli esiti delle relazioni del Cnr di Napoli e dei consulenti tecnici d'ufficio della Class Action;

il 30 luglio 2018 la giunta regionale ha deliberato di «esprimere pronuncia positiva di compatibilità ambientale», autorizzando l'avvio dell'impianto;

si è prossimi alla sentenza del Consiglio di Stato in merito al ricorso promosso dagli enti comunali e dai comitati sulla parte del ricorso respinta dal Tar che riguarda le carenze impiantistiche, prevista per ottobre 2018;

la mozione presentata dal capogruppo Pd in regione Toscana, Leonardo Marras, ed approvata dall'Aula impegna la giunta regionale, in ossequio al principio di precauzione, a mettere in atto ogni azione al fine di verificare in maniera completa ed esaustiva le ricadute dell'attività dell'impianto di Scarlino sulla salute dei cittadini, valutando anche una revisione del proprio orientamento, con l'eventuale annullamento in autotutela di quanto già deliberato –:

quali iniziative intendano intraprendere, nell'ambito delle proprie competenze e in coordinamento con gli enti territoriali interessati, al fine di garantire la tutela dell'ambiente e della salute pubblica;

se non intendano comunque promuovere, per quanto di competenza, l'avvio di un serio ed efficace monitoraggio e studio epidemiologico sullo stato di salute della popolazione dell'area interessata dell'inceneritore.

«Ripani, Mugnai, Mazzetti, Cortelazzo, Casino, Gagliardi, Giacometto, Labriola, Ruffino, Occhiuto, Silli, D'Ettore, Carrara».

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