Il ministro per il Sud ha presieduto oggi a Palazzo Chigi un tavolo in vista della prossima programmazione dei fondi europei per il 2021-2017
(ASI) Roma, 4 ottobre - Fare rete e lavorare in sinergia per arrivare a proposte condivise, da portare poi come Italia in maniera compatta in sede di negoziato con la Ue in vista della programmazione dei fondi europei per la programmazione 2021-2017.
E’ questo l’esito del tavolo di coordinamento che si è tenuto questa mattina presso Palazzo Chigi e presieduto dal ministro per il Sud, Barbara Lezzi, che ha visto l’adesione di tutte le componenti che hanno partecipato all’incontro. Dunque: Governo, Regioni, Enti locali e Comunità montane si impegnano a cooperare e, a tale scopo, viene costituito un gruppo di lavoro tecnico sulla programmazione 20121-2027 che prevede un confronto costante tra Regioni e Dipartimento per le Politiche di coesione.
"Ho ritenuto importante condividere il tema con i responsabili e con i fruitori delle prossime politiche di coesione.” Afferma il ministro per il Sud Barbara Lezzi. "Ritengo che il nostro Paese abbia assoluta necessità di fare sistema: portare le nostre istanze presso Commissione europea avendo prima condiviso il percorso da intraprendere con Regioni e gli enti locali, ci può dare ulteriore forza negoziale. Ho trovato molta collaborazione e sintonia da questo punto di vista, abbiamo messo da parte qualunque appartenenza e ci siamo confrontati sugli emendamenti da presentare in sede europea per far sì che nella prossima programmazione non ci siano penalizzazioni per il nostro Paese e che tutte le risorse possano essere utilizzate nella maniera più semplice ed efficace possibile. Presenteremo - ha aggiunto il ministro Lezzi- un piano di semplificazioni per l'utilizzo dei fondi, perché è giusto che le Regioni non siano soffocate dalla burocrazia e possano concentrarsi maggiormente su programmazione e progettazione. Abbiamo anche condiviso la contrarietà nei confronti della condizionalità macro-economica. Se un territorio non dovesse rispondere ai giusti canoni nel rapporto deficit-Pil potrebbe rischiare di perdere risorse: noi non vogliamo che ciò accada perché i cittadini di quei territori che hanno fondamentali non buoni non possono essere doppiamente penalizzati. Chi è indietro e in difficoltà deve certamente fare il suo dovere al meglio, ma penalizzarlo andrebbe paradossalmente contro il principio stesso delle politiche di coesione”.