(ASI) "La fase storica, che stiamo attraversando, impone alla comunità del Partito Democratico ternano di assumere un’iniziativa volta a salvaguardare il patrimonio umano, culturale, e valoriale che da sempre la connota.

 

Le sconfitte maturate nelle elezioni politiche del 4 marzo e comunali dello scorso giugno hanno inferto alla nostra comunità una ferita profonda e hanno accelerato quel processo di lento e progressivo laceramento che, se non arrestato, potrebbe determinare conseguenze irrimediabili.

Dopo un ciclo di Governo durato quasi sette anni, durante i quali il partito si è assunto l’onere di traghettare il Paese fuori dalla crisi di sistema nella quale era piombato con l’ultimo gabinetto Berlusconi, producendo un imponente ciclo di riforme in grado di interessare settori rilevanti della società, del sistema produttivo e del mondo del lavoro l’esito delle elezioni politiche ha segnato un punto di non ritorno. La sconfitta, severa in termini numerici, ha rappresentato una cesura netta tra il Partito Democratico e pezzi rilevanti di società civile. Le modalità con le quali le forze politiche sovraniste, hanno impostato prima la campagna elettorale poi le prime scelte di governo hanno introdotto nel dibattito politico un modo inedito di confronto politico al quale siamo apparsi impreparati. Nessuno vuole evitare la doverosa autocritica e nessuno vuole sottrarre il partito dal giudizio severo che gli elettori hanno espresso. Giova però riflettere sul fatto che sia in atto una strategia volta ad addossare al PD la responsabilità su ogni fatto negativo che accade nel paese e appare evidente l’impegno delle forze di governo a costruire quotidianamente attraverso un’imponente strategia comunicativa l’immagine di un PD come partito sistema asservito alle politiche austere dalla commissione europea e rappresentante di lobbies ed élites che tutelano solo i loro interessi.

Il riformismo pacato e basato sulle competenze definito da qualcuno come razionale/ottimista, che ha connotato la nostra azione politica, è ormai visto come qualcosa esclusivamente legato a particolarismi e suscita tra i cittadini paura e spesso precipita nell’odio cieco e nella ripulsa senza riserve.

In un quadro così drammatico aggravato dalla pesante sconfitta locale nelle recenti elezioni comunali verrebbe facile iniziare un percorso volto alla ricerca cieca dei colpevoli e sarebbe scontato alimentare con ancora più veemenza uno scontro con le modalità del tutti contro tutti.

Appare evidente che il partito umbro con le dimissioni della segreteria Leonelli e la nomina di un comitato reggente non riesca in questa fase a rappresentare un ancoraggio certo e sicuro per le organizzazioni comunali del partito nella nostra regione e in una siffatta situazione le incertezze e le difficoltà dei circoli e dei coordinamenti comunali vengono acuite e non trovano interlocutori. Le recenti dimissioni della segreteria comunale del partito ternano vanno viste come una seria assunzione di responsabilità da parte di un gruppo dirigente che ha cercato di onorare al meglio il gravoso e difficile impegno che sin dall’inizio dell’esperienza si prospettava. Le dimissioni di Sara Giovannelli, alla quale va espresso un ringraziamento sincero per il lavoro svolto e per le difficili condizioni nel quale si è trovata a lavorare, hanno accelerato la necessità di aprire una fase di confronto all’interno della nostra comunità.

Per questo ritengo che sia utile promuovere quanto prima una riflessione aperta tra iscritti e simpatizzanti per condividere, magari anche con toni decisi e chiari, la COSTRUZIONE DI UN NUOVO PERCORSO COMUNE. Nessuno intende condizionare riflessioni e dibattiti ma appare del tutto evidente che la nostra comunità può ritrovare una sua ragion d’essere e una sua capacità di elaborazione politica se ritrova lo spirito unitario che da sempre la contraddistingue nei momenti più difficili. Nella consapevolezza che all’interno del Partito Democratico vivano culture politiche, storie ed esperienze personali diverse provenienti da differenti mondi culturali e politici, ripetendo che questa diversità sia ancora quell’elemento fondante che animò nel 2007 l’idea di Veltroni e di tutti i fondatori, penso che mai come ora sia necessario il richiamo ad un senso di responsabilità comune al fine di riprendere, anche nella città di Terni, un cammino insieme.

È un tentativo che dobbiamo fare al di fuori dei nostri percorsi congressuali perché saremmo incoscienti se in un momento così drammatico per il Paese e per le nostre città lasciassimo prevalere nel nostro dibattito una logica di parte che non darebbe ora nessun frutto e non sarebbe compresa. Ritroviamo ora il valore della responsabilità e lo spirito unitario che il mondo progressista e il partito democratico sono stati sempre in grado di non smarrire neanche nei momenti peggiori. Abbiamo di fronte a noi sfide decisive per lo sviluppo del nostro Paese e della nostra città. Pur essendo all’opposizione, non dovremo mai tradire la tradizione riformista che da sempre connota la nostra proposta. Il nostro dovere è quello di ribadire la nostra appartenenza a valori fondamentali e ad un progetto politico, quello del Partito Democratico, che non ha esaurito la sua funzione sia nel Paese che nella città di Terni e lavorare a ripristinare un confronto serio al nostro interno per riuscire poi a riconquistare quel rapporto con la nostra comunità che si è sentita tradita. Le sfide dell’opposizione saranno difficili perché ci troveremo a sostenere un confronto impari con chi ha solo l’obiettivo di ricondurre la nostra esperienza al ruolo di testimonianza. Per il bene del Paese e della città di Terni dobbiamo trovare ora invece un filo comune per costruire sin da subito un’alternativa alla deriva populista e rancorosa verso la quale le esperienze di Governo attuali vorranno indirizzarci". Lo dichiara con una nota il  Senatore Leonardo Grimani.

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