(ASI) “Oggi, venendo a trovarci a Reggio, Nicola Caputo ha voluto offrirci una grande occasione per la valorizzazione e il rilancio del nostro territorio; soprattutto in un momento come questo, in cui rischiamo di veder cancellati i finanziamenti previsti per la nostra area metropolitana dai Bandi Periferie, l’Ue dovrebbe essere più presente, mentre gli enti locali dovrebbero unirsi e trovare la sinergia giusta per ottenere i risultati di cui necessita la produttività”.

Sono le parole segretario del circolo PD di Gallico-Sambatello Natale Pensabene, che ha ospitato l’incontro “Reggio Calabria guarda l’Europa – Le opportunità per lo sviluppo degli enti locali”, al quale hanno partecipato oltre all’europarlamentare Pd Nicola Caputo, anche il dottore forestale Demetrio Fortugno, la consigliera comunale di Campo Calabro Miriam Noemi Idone (del coordinamento metropolitano Anci Giovani Rc) e la segretaria Gd metropolitana Katia Tripodo, vicepresidente del comune di Calanna (Rc).
“Il nostro desiderio è spingere le amministrazioni a non essere solo attente ai bisogni dei cittadini – ha proseguito Pensabene – ma a diventare anche promotrici di iniziative, soprattutto per i giovani, per riuscire a ricevere e ad amministrare nel modo più limpido possibile i fondi europei. Le problematiche sul nostro territorio ci sono, e sono tante, ma dobbiamo essere in grado di saperle trattare e risolverle velocemente, senza inutili lungaggini”.
“Per vedere davvero uno sviluppo, è però necessario prendere coscienza del fatto che a volte la prima problematica delle regioni del Sud Italia è rappresentata dai meridionali stessi. L’Europa deve coordinarsi meglio, su questo non ci piove, ma una parte delle colpe è anche nostra – ha detto Caputo – nel Mezzogiorno, appena si riesce ad ottenere un minimo di sviluppo oppure un po’ di crescita economica, si inizia subito ad auto incensarsi, pensando che il problema sia ormai superato e che non ci sia invece bisogno di impegnarsi di più. Ecco, noi meridionali dobbiamo superare assolutamente questa mentalità impreparata e chiusa che, mi duole doverlo ammettere, ci ha fatto perdere diversi treni in questi anni, e compiere una grande rivoluzione culturale senza più aspettare la manna dal cielo e neppure concepire i fondi europei come la solita erogazione utile di denaro piovuta dalle autorità”.

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