(ASI) “Il presidente della Regione Puglia Emiliano denuncia pubblicamente l’ombra di irregolarità nella gara di assegnazione dell’Ilva, il ministro Di Maio risponde, anch’egli pubblicamente, suscitando un dannoso polverone.
Invece di cercare di capire per poi agire di fronte a dati certi, il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, ha messo alla berlina la procedura di vendita dell’Ilva ad Arcelor Mittal, esponendo a grave rischio la cessione stessa, tutto questo senza avere alcuna prova di eventuali irregolarità. Di Maio, che ha chiesto verifiche sulla gara a quella stessa Anac da lui pesantemente attaccata nei giorni scorsi e messa violentemente in discussione dall’Esecutivo, avrebbe potuto muoversi con maggiore riservatezza, chiedendo accertamenti su possibili episodi corruttivi, ma evitando di creare un caso mediatico a oggi inutile, che rischia di far fare un repentino passo indietro ad Arcelor. Forse è questo il piano partorito dalla mente di Di Maio, creare ‘incidenti’ per fare saltare la vendita? Sarebbe una tattica vile per chiudere definitivamente il capitolo Ilva senza scegliere apertamente la strada della chiusura, ma avendo di fatto tracciato il piano. Per Taranto l’ennesimo schiaffo. Il presidente della Repubblica, di fronte ad accuse non provate, a tanta irresponsabilità, ha il dovere di intervenire, di pretendere prudenza, di evitare che si getti vergogna sulla credibilità delle istituzioni senza che vi sia nulla di certo. La vicenda Ilva rimane avvolta dal caos più totale, senza un piano B”, lo dice l’onorevole Vincenza Labriola di Forza Italia.


