(ASI) "Personalmente non sono favorevole al nucleare in termini laici cioe’ allo stato attuale della tecnologia. Per questo avevo condiviso la scelta del governo di abrogare tutte le norme che consentono di realizzare centrali nucleari.
Ma ora non so come votare, perche’, a mio avviso, la permanenza dei commi 1 e 8 (che sono l’oggetto del nuovo quesito referendario), non consente affatto di realizzare centrali nucleari. Sostenerlo, come ha fatto la Cassazione, vuol dire che in caso di prevalenza del no o dell’astensione, il governo potrebbe procedere alla costruzione di centrali nucleari, senza necessita’ di una nuova legge. Una tesi giuridicamente infondata, oltre che autolesionista per chi e’ contrario al nucleare." Lo ha affermato Peppino Calderisi, deputato del Pdl e capogruppo in commissione Affari Costituzionali, commentando il paradossale esito al quale condurrebbe l’eventuale vittoria del sì al referendum sul nucleare.
"A mio avviso, invece, dopo l’approvazione del decreto del governo, le centrali nucleari non si possono costruire, a prescindere dal referendum ,che rischia di avere esiti paradossali. La mancanza di chiarezza, omogeneita’ e univocita’ del quesito e la sua contradditorieta’ sono evidenti. Per questo ritengo che il giudizio di ammissibilita’ sul nuovo quesito che la Corte e’ tenuta a esprimere ai sensi della sentenza n.68/’78 ( e non gia’ sul ’ricorso’ del governo), non possa essere un passaggio burocratico gia’ scontato nel suo esito".