(ASI) Roma  – “Fermare l’ingresso delle Grandi Navi nella Laguna di Venezia puntando invece ad una crocieristica minore, dove le navi continuino ad arrivare alla Stazione Marittima ma con un impatto decisamente più contenuto e con un ritorno di qualità sul piano turistico maggiore, in modo da garantire il massimo livello di tutela ambientale, sicurezza dei passeggeri e valorizzazione delle economie locali”.
E’ questo, in sintesi, l’appello contenuto nella lettera aperta del MoVimento 5 Stelle al Presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, in vista della riunione del Comitatone prevista per martedì prossimo, 7 novembre. “Negli ultimi decenni ma, in particolare, dopo la tragedia avvenuta presso l'Isola del Giglio con il naufragio della Costa Concordia dove morirono 32 persone, ci si è posti il problema dell'opportunità di un’alternativa al transito di navi sempre più grandi attraverso il Bacino di S.Marco e al Canale della Giudecca, tendenza dettata dalla richiesta del mercato delle crociere – spiega la missiva firmata congiuntamente dai parlamentari 5stelle veneti di Camera e Senato e da portavoce regionali e locali - Il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 2 marzo 2012, noto come ‘Clini/Passera’, cercando di trovare una soluzione, ha richiamato la necessità di tutelare a livelli massimi l'ambiente lagunare, vietando, all'articolo 2, ‘il transito nel Canale di San Marco e nel Canale della Giudecca delle navi adibite al trasporto di merci e passeggeri superiori a 40mila tonnellate di stazza lorda’ proprio in ragione della ‘particolare sensibilità ambientale e della vulnerabilità ai rischi del traffico marittimo”. “Un divieto che all'articolo 3 dello stesso provvedimento viene rimandato ‘al momento di avere la disponibilità di vie di navigazione praticabili alternative a quelle vietate adottando, nel frattempo, misure finalizzate a mitigare i rischi connessi al regime transitorio perseguendo il massimo livello di tutela dell'ambiente lagunare. Biasimiamo – incalzano i pentastellati – che, in mancanza di un percorso di dialogo con la cittadinanza, il Governo si appresti a prendere decisioni di enorme importanza sociale e ambientale, senza che tutti i soggetti coinvolti abbiano avuto la possibilità di valutare e verificare documenti di studio preventivi riguardanti l'impatto di Grandi Navi con stazza attualmente anche di 200mila tonnellate; tutto ciò in presenza di un Piano Regolatore Portuale redatto nel 1908 che non ha subito modifiche dal 1964, nascita della terza zona industriale di Porto Marghera”. “Presidente, il Suo Governo dovrebbe spiegare e documentare che tipo di tutela ambientale verrebbe perseguita nell'accogliere progetti che collocano gli approdi per le Grandi Navi a Porto Marghera, data la complessità della gestione del traffico in promiscuità con quelle mercantili (recanti anche merci pericolose) nel Canale dei Petroli, ma soprattutto in una zona classificata come ‘area industriale e sito ad alto rischio ambientale’ vista la presenza di molte attività a rischio di incidente rilevante e dove, ricordiamo, solo il 23% delle aree totali sono state bonificate”. “Rivolgiamo infine un appello ai media affinché pubblichino questa lettera che raccoglie le istanze della società civile e delle comunità locali”

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