(ASI) "Sono stato orgoglioso innanzitutto della nostra storia: di quello che è costato costruire l'Unità d'Italia e di quello che è costato anche consolidare il nostro Stato nazionale unitario, la nostra collettività, la nostra comunità. Mi sono sentito orgoglioso anche perché ho visto partecipare a queste grandi feste, e anche a questi grandi momenti di riflessione, italiani di tutte le parti del Paese, italiani di tutte le generazioni, italiani di tutte le idee.
In questo modo abbiamo non solo riflettuto sulla nostra storia e cercato di capirne gli insegnamenti, ma abbiamo rafforzato la nostra Unità al di sopra delle tante divisioni e delle tante tensioni che purtroppo spesso affliggono il nostro Paese". Lo ha detto il Presidente della Repubblica rispondendo alla domanda di uno studente della Scuola Primaria "Ada Negri" di Udine collegato in diretta con il Quirinale, su come abbia vissuto le celebrazioni del 150° dell'Unità d'Italia.
Il Capo dello Stato ha esortato gli studenti a continuare "a coltivare gli stessi ideali, di libertà, di unità, di giustizia, perché non si può crescere, non si può avere soddisfazione nella vita, se non si è animati da alcuni grandi valori e se non ci si impegna a realizzare degli obiettivi, non solo personali ma comuni a tutta la nazione, a tutti gli italiani.
Quindi facciamo molta attenzione: è importante - ha sottolineato il Capo dello Stato - che ciascuno di voi pensi al suo avvenire e cerchi di costruirsi un avvenire migliore, anche un avvenire di benessere, però guai se voi non vi interessaste del nostro Paese, dell'Italia in quanto tale, delle sorti della nostra Nazione, delle sorti del nostro popolo, come fecero coloro che combatterono nel periodo del Risorgimento per realizzare l'Unità d'Italia".
È necessario farsi "guidare da grandi ideali, da grandi valori che formano la base del nostro vivere insieme e sono la condizione per il futuro della nostra Italia".
Rispondendo a una domanda su come potrà essere l'Italia che festeggia nuovamente tra 50 anni il Presidente della Repubblica ha auspicato che nel 2061 ci "sia un'Italia più serena, più sicura di sé, un'Italia che sappia essere più consapevole delle sue grandi tradizioni". Essendo eredi di uno straordinario patrimonio storico, culturale, artistico, ambientale, "dobbiamo difenderlo, tutelarlo, valorizzarlo e dobbiamo saperlo coltivare perché da tutte le parti del mondo si guarda all'Italia per questa nostra tradizione, per questo nostro patrimonio".
E nello stesso tempo "bisogna che sia un'Italia più serena, meno lacerata, meno divisa, che la lotta politica non sia una guerra continua, che ci sia rispetto reciproco anche tra le parti che fanno politica e competono per conquistare la maggioranza nelle elezioni".
Infine, rivolgendosi agli Alfieri della Repubblica che hanno ricevuto l'attestato di onore, il Presidente Napolitano ha evidenziato che "sono tanti i ragazzi che meritano e sono tutte storie belle: per fortuna l'Italia è fatta anche di queste storie non solo di certe altre".