Umbria: la politica dei trasporti tra programmazione e realtà

Minuetto(ASI) Nel piano regionale dei trasporti dell'Umbria, approvato nel 2004, si parla di tante cose interessanti che però sono rimaste nella carta e mai realizzate. Lo testimoniano i risultati poco positivi raggiunti,  la fortuna per i responsabili dell'isolamento in cui sta ancora versando la regione è stata  che nessuno ha voluto o saputo rendersi conto dei grandi sperperi fatti.

Queste cose in una nazione seria non sarebbero mai potute accadure.  Per entrare nel merito della questione andiamo a ripoercorrere  i punti salienti della vicenda.

Nel suddetto piano si parla che il ferro è prioritario e che la gomma deve essere di adduzione al ferro , ( ciò non risponde al vero perché basta leggere gli orari per capire che il treno ex F.C.U. collega Terni a Perugia S.Anna ed agli stessi orari partono autobus , con percorrenza superstrada , che fanno lo stesso collegamento sia andata che ritorno più corse giornaliere , spreco di denaro pubblico , senza considerare la tratta Umbertide - Città di Castello dove gli autobus passavano agli stessi orari dei treni). Nel piano si parla di raddoppio ferroviario Perugia S. Anna – Ponte San Giovanni , per fare un treno ogni 10 minuti quando dal 2002 per Eurochocolate si effettuavano treni ogni 10 minuti per ogni senso di marcia , quindi raddoppio inutile che va ad aggiungere altro sperpero di soldi pubblici , senza considerare che è stato realizzato il primo tratto Perugia S. Anna – Pallotta terminato a Marzo 2004, mai entrato in funzione, e dopo 13 anni ancora si deve realizzare il resto che comunque non rispetta quanto previsto dagli accordi di Programma non sarà un raddoppio vero e proprio ma un raddoppio selettivo. Cioè non si procederà al raddoppio dell’intera tratta da Ponte San Giovanni a Perugia Sant’Anna, ma si provvederà a dotare di doppio binario solo alcuni tratti lasciandone altri a singolo binario. Di fatto si andranno a creare dei veri e propri imbuti e strettoie in concomitanza dei tratti a singolo binario che vanificheranno in gran parte i possibili effetti positivi dei tratti raddoppiati. È stato realizzato il raddoppio Cesi – Terni mai utilizzato da anni, e anche qui , se non si prevede all’interno della città di Terni un servizio metropolitano, come hanno fatto in molte città , il raddoppio sono, e saranno, soldi spesi inutilmente.

Una cosa che bisogna capire è che quando si parla di uscire dall’isolamento non basta programmare un Freccia Rossa, ma ci vuole una programmazione seria che guardi al futuro e se si facesse adesso ci vorrebbero dai 5 ai 10 anni per la realizzazione e ne spieghiamo i motivi .

Prima di tutto fare progetti seri. Es: prevedere il raddoppio della Foligno Terontola, o al limite raddoppiare solo alcuni tratti dove la percorrenza fra le due stazioni è troppo lunga, in Umbria vi sono solo due tratti raddoppiati la Terni –Orte e la Foligno – Campello .

Prevedere lo sbocco ad Arezzo della attuale ex Ferrovia Centrale Umbra in modo da immettersi nell’alta velocità in breve tempo.

Per quanto riguarda i problemi del traffico a Perugia che , secondo gli esperti dovevano essere risolti dal Minimetrò, ma così non è stato, sarebbe opportuno prendere in considerazione un servizio metropolitano all’interno del comune di Perugia avendo una rete ferroviaria che tocca tutti i paesi partendo da Pierantonio – Ponte Pattoli – Solfagnano – Villa Pitignano – Ponte Felcino – Ponte San Giovanni – San Martino in Campo , e dall’altra parte Passignano – Ellera , basterebbe effettuare treni ogni 20 minuti per senso di marcia collegando queste località con la fermata ferroviaria del Silvestrini e da li realizzare un Tapirulan che dalla fermata porta la gente direttamente dentro l’ospedale , questo ultimo verrebbe finanziato da leggi europee basta vedere come hanno fatto a Spoleto per la loro mobilità dai parcheggi esterni. Prevedere l’acquisto di nuovi treni elettrici e pagare i fornitori visto che da anni 2 convogli Minuetto sono fermi in officina per mancanza di ricambi. Sono stati spesi milioni di euro per effettuare l’elettrificazione della linea e costruire le sotto stazioni elettriche da anni e non si è previsto di chiedere soldi per comperare il materiale elettrico , anche qui presentare un progetto chiedere soldi al ministero e aspettare la disponibilità e fare una gara e ordinare il materiale , quanti anni ci vogliono?

Un'altra nota è che per viaggiare su rete ferroviaria italiana (RFI) bisogna prenotare e pagare le tracce. Anche qui l’Umbria è l’ultima ruota del carro. Si dice che chi tardi arriva male alloggia. In questo caso vuol dire che le tracce migliori con gli orari migliori sono in possesso di altri che hanno saputo programmare seriamente e non solo sulla carta.

Per quanto riguarda la ex Ferrovia Centrale Umbra bisogna considerare che quando saranno disponibili i 63 milioni di euro per la manutenzione questi non basteranno per tutta la linea poiché sarebbe opportuno rifare tutta la massicciata e il rinnovo del binario va fatto in tutta la sua interezza. Inoltre si rende necessario progettare modifiche di tracciato onde aumentare i raggi di curvatura con l’obiettivo di innalzare la velocità.

Senza prenderci in giro, nel giro di pochi mesi , se non si inizieranno i lavori, si rischia la chiusura totale del tratto Sansepolcro – Perugia S. Anna. Intanto la velocità massima è scesa a 50 km orari su tutta la linea proprio a causa delle cattive condizione dell’armamento e della sede ferroviaria. In sostanza percorrere i binari della ex FCU a velocità superiori ai 50km/h è stato giudicato troppo rischioso.

Purtroppo, la situazione di questo specifico settore in atto è sotto gli occhi di tutti. Oggi chi ne paga in particolar modo le conseguenze sono gli utenti e i pendolari. In sintesi, tutti quei  viaggiatori che sono sottoposti a lunghe e stressanti  traversie quotidiane. L'insieme delle cose analizzate però mette a nudo tutti i difetti, le contraddizioni e gli errori della politica umbra degli ultimi 30 anni.  Con effetti negativi che si sono ripercossi e si ripercuotono inevitabilmente sia sul sociale, sia sulla crescita economica del nostro territorio. Fattori questi che rendono meno attraente l'Umbria per il turismo in entrata. In pratica, nel tempo, si sono spese male le risorse pubbliche senza curarsi del fatto che questi soldi  centrassero o meno gli obiettivi prefisssati; ne tanto meno si sono curati che gli investimenti fatti consentissero almeno il decente funzionamento delle strutture già in opera. Al contrario si è proceduto, e si continua a procedere, nella realizzazione di opere dalla dubbia utilità per la regione e per i passeggeri. Una deriva inaccettabile nel terzo millennio. Per cambiare le cose necessita che alla civile e democratica indignazione sia seguita la presa di coscienza collettiva che bisogna avere costanza, fare squadra e mettere attorno ad un tavolo tutte le persone, gli esperti e le realtà che vogliono davvero dare scacco matto all'isolamento. Che vogliono davvero rilanciare le Ferrovie in Umbria.

 

Fonte foto: presa da wikipedia il cui autore è Matteo David

 
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