(ASI) “Bene le disposizioni previste per tutelare Lidia Vivoli tra le quali il divieto di soggiorno per il suo ex compagno nel suo comune di residenza e in quelli limitrofi richiesto dalla Procura di Palermo e il fatto che il ministero abbia attenzionato il caso. Ma non ci dobbiamo occupare solo di casi singoli perché le vittime di violenze efferate sono molte di più. Ritengo, quindi, insoddisfacente la sua risposta, Ministro Orlando, perché è la legge a dover prevedere protezione per tutte le vittime, soprattutto in casi di femminicidio annunciato. Dobbiamo fare in modo che le donne aggredite siano equiparate a quelle sotto minaccia di mafia e terrorismo introducendo anche il divieto per gli aggressori, una volta scontata la pena, di avvicinarsi e di recarsi nei luoghi da loro frequentati”. Così Adriana Galgano, deputata del gruppo di Civici e Innovatori, discutendo durante il question time in Aula con il ministro della Giustizia, Orlando, la sua interrogazione per chiedere di sanare la lacuna normativa e rendere più efficiente e preparato il sistema giudiziario nella protezione delle donne.
“Lidia Vivoli è stata tenuta in ostaggio per tre ore dal suo ex compagno che le ha inferto violenze talmente efferate che, in seguito alla denuncia della 45enne, è stato processato per tentato omicidio e sequestro di persona. Tuttavia, nonostante la gravità di questi reati, è stato condannato soltanto a 4 anni e 6 mesi con il patteggiamento. Possiamo considerare civile un Paese in cui accadono fatti come questo e che non garantisce per legge la protezione alle vittime di violenze? Credo proprio di no. Le pene devono essere più severe se vogliamo evitare che le violenze ripetute sfocino nei femminicidi, come adesso accade. Ed è per ottenere questo che noi donne dobbiamo continuare a lottare”