(ASI) “Lo stesso Stato che ha deciso da anni di tenere in vita il malato terminale chiamato Ilva, per pura opportunità politica, si rende oggi protagonista di un altro reato, quello di macelleria sociale.
La cassa integrazione decisa dall’azienda, che ricordiamo in questa fase è a gestione statale, con il commissariamento straordinario, è emblematica della necessità di guardare oltre, ad un’economia alternativa, per Taranto e i suoi cittadini. Nessuno pensa di staccare la spina all’acciaieria della morte, nessuno programma un futuro migliore per la città. E a pagare scelte scellerate sono sempre gli stessi, i lavoratori, gli ultimi”, così l’onorevole Vincenza Labriola, capogruppo per il Gruppo Misto in commissione Lavoro alla Camera dei Deputati.
“Un governo serio prevederebbe l’attivazione di un contratto di siderurgia per migliaia di lavoratori considerati oggi a torto metalmeccanici – prosegue Labriola –. Altri diritti negati, quello del lavoro insieme a quello della salute. Invece siamo di nuovo alla cassa integrazione, scenario drammatico, con una vendita a porte chiuse dietro l’angolo, che non prelude a nulla di buono”