L’associazione Dossetti interviene sull’emergenza delle ultime ore e riporta in primo piano la necessità di un impegno fattivo, al di là della politica della promessa da marinaio
(ASI) Roma – “La politica regionale dei pronto soccorso laziali ha fallito, il governatore del Lazio Zingaretti farebbe meglio a dimettersi”. E’ quanto dichiarato stamattina dal segretario nazionale dell’Associazione Dossetti, Claudio Giustozzi, intervenuto a seguito dei ripetuti disservizi registrati negli ultimi giorni nei pronto soccorso romani.
“Quanto avvenuto nelle sale d’aspetto di alcuni ospedali della Capitale non restituisce il riflesso di un Paese civile - ha sottolineato Giustozzi – sebbene non sia stupìto per quanto avvenuto. Per chi, come noi, da decenni è impegnato nella tutela del diritto alla Salute, dati come quelli circolati negli ultimi tempi non sono una novità. Già 4 anni fa, la nostra Associazione denunciava la bomba a orologeria dei pronto soccorso capitolini, innescata dai tempi biblici delle liste d’attesa per le prestazioni ospedaliere. Va bene il picco di accessi - ha poi aggiunto il Segretario - ma la verità è che il Sistema, ad oggi, non è in grado di supportare la richiesta del territorio”.
Le notizie degli ultimi giorni riportano una situazione giunta al limite del sostenibile. “I cinque giorni d’attesa per un ricovero e la scarsità di ossigeno al San Camillo di Roma rappresentano la cartina di tornasole di Politiche sanitarie fallimentari. Dove sono la ministra Lorenzin e il Governatore Zingaretti, tra l’altro commissario ad acta della Sanità laziale? Che fine hanno fatto le loro promesse istituzionali, puntualmente pronunciate al momento dei tagli del nastro? – sono gli interrogativi del Segretario. “Qui è tutto al collasso. Basta tagli al comparto sanitario regionale, o siamo pronti a scendere in piazza con iniziative eclatanti. Oggi nei pronto soccorso di Roma si può morire. Non siamo più disposti ad assistere a tale scempio non solo del diritto alla Salute, ma dell’umana dignità del cittadino”.