On. Laffranco su ballo “hot” di Terni: “Non è arte ma pornografia. I soldi pubblici andrebbero gestiti con rigore e serietà”.

Laffranco(ASI) Roma – In seguito allo spettacolo di ballo con risvolti a luci rosse all'interno del programma del Terni Festival 2016, patrocinato da regione Umbria e comune di Terni, l’On. Pietro Laffranco , in un intervista esclusiva concessa ad ASI spiega il perché ha deciso di presentare un interrogazione al ministro Dario Franceschini.                                                                                                       

- Onorevole Laffranco, potrebbe spiegarci come si sono svolti i fatti e perché ha deciso di porre un'interrogazione al ministro Franceschini ?

Mi è stato riferito dal consigliere comunale di Terni di Forza Italia Francesco Ferranti, da altre persone, poi l’ho letto anche sul Fatto Quotidiano, che in una manifestazione teatrale, inserita nell’ambito del Terni Festival, si erano verificate scene di sesso esplicito a mio avviso incompatibili non soltanto con una manifestazione pubblica che non era vietata ai minori, ma soprattutto con il finanziamento che questo festival riceve dal comune di Terni, dalla regione Umbria e con il patrocinio ed il contributo che il Teatro Stabile dell’Umbria, che gestisce il Terni Festival, riceve dal ministero delle attività e dei beni culturali. Per questo, ritenendo la cosa di particolare gravità, ho presentato un interrogazione al ministro Franceschini affinché mi dica cosa vuole fare rispetto a questa vicenda che, a mio avviso, ha dei connotati di particolare gravità. Questa che arte è se non pornografica vera e propria? Fermo restando che a casa sua ognuno fa quel che vuole, però questo non vale per chi riceve soldi pubblici, che si deve invece attenere a regole ben precise. Devo dire che la cosa è ancor più grave nel momento in cui il comune di Terni, che è il principale finanziatore, ma che si trova in una situazione di pre-dissesto, cioè significa che ha serissimi problemi di carattere finanziario, vada a finanziare questa cosa qua mi pare assolutamente grave e inaccettabile.

-Secondo lei è possibile che organizzatori ed istituzioni fossero all’oscuro del contenuto di quest’opera artistica? Oppure crede che sapessero e nonostante ciò abbiano proseguito?

Io non faccio processi alle intenzioni, e francamente mi interessa anche poco saperlo. Sta di fatto che nel momento in cui, nel caso del comune, si da un appalto esternalizzando le manifestazioni e gli eventi culturali, e, nel caso della regione, si da un contributo straordinario, ci sono degli obblighi di vigilanza. Se lo sapevano è grave. Se non lo sapevano è pure peggio. Se io do dei soldi per una manifestazione, che sono dei soldi pubblici, che mi derivano sostanzialmente dalle tasche dei cittadini, devo sapere dove vanno a finire. Se vanno a finire in uno spettacolo teatrale, che insomma mi pare tutto meno che arte, ma bensì pornografia, lo devo sapere. Non esiste che io non lo so. Se non lo so significa che non so fare il mio mestiere, mi sembra abbastanza semplice. Io non sono ne moralista, ne bigotto, fermo restando che i limiti della decenza non vanno mai superati, se poi ci sono di mezzo i soldi dei cittadini direi che ci si debba attenere a determinate regole. In questo caso le regole sono state ampiamente superate.

- Quali provvedimenti si aspetta che prenda il ministro Franceschini?

Mi auguro che valuti bene prima di concede patrocini o contributi a chi non fa bene il proprio mestiere. In questo caso si tratta di capire chi doveva vigilare. Vedremo la risposta del ministro e vedremo come intende comportarsi, così come vedremo cosa faranno la regione dell’Umbria ed il comune di Terni su questa vicenda. Non credo che possano passarla liscia. Quelli che hanno fatto lo spettacolo se poi alla fine hanno deciso di inscenare uno spettacolo di pessimo gusto, io non li colpevolizzo perché ognuno fa quel che ritiene giusto. Ma nel momento in cui degli enti concedono finanziamenti, e addirittura patrocini come nel caso del ministero delle attività culturali, bisogna sapere a cosa vengono concessi. Quante volte ci sono state polemiche su patrocini concessi per cose meno gravi di questa? Lo spettacolo non era neppure vietato ai minori di 18 anni. Insomma poi ci si lamenta che questo sia un paese che ha perso i propri valori, un paese senza spina dorsale, un paese in cui nessuno fa, o pochi fanno il proprio dovere, nasce anche dal fatto che determinati costumi e buon gusto sono stati superati dalle circostanza. Purtroppo una di tali circostanze ho ritenuto doveroso denunciarla pubblicamente ed in qualche modo attivare quelle forme di controllo che sono previste dalla costituzione e dalle leggi.

- Tempo fa il comune di Perugia aveva patrocinato un seminario sulle scie chimiche che fu poi ampiamente contestato, e che dette origine ad una polemica che sovente si riaccende e che vede la sinistra perugina accusare il sindaco Andrea Romizi e la giunta di centrodestra di aver concesso patrocini con leggerezza. Lei in questa vicenda vede delle similitudini con la vicenda di Terni, oppure sono due cose diverse?

In tutta onestà mi paiono assolutamente diverse. Un conto è concedere un patrocinio ad una manifestazione i cui contenuti sono opinabili. Nel caso di Terni invece siamo oltre il buon gusto ed oltre i costumi. Oserei dire che siamo molto vicini al reato di oscenità in luogo pubblico. Mi sembrano perciò due cose molto diverse. Non conosco esattamente la vicenda cui lei fa riferimento, ma se i miei ricordi sono esatti, non si tratta di una cosa così grave. Comunque si può discutere se sia stato giusto concederlo o no; a parte che poi mi pare sia anche stato ritirato. Ma comunque non mi pare una cosa così grave. Dopodiché è giusto essere attenti. Le opposizioni è giusto che svolgano il loro ruolo, che è quello di controllo di chi governa. Se il Pd ha ritenuto di fare polemica su questa vicenda ha fatto bene a farla, anche se a me pare un po’ pretestuosa. Ma nel caso del comune di Terni non è che ci sia tanto da controbattere. Cioè da quando io e Ferranti abbiamo denunciato questi fatti prima su scala locale, poi su scala nazionale, non ho ancora sentito una sola voce a difesa di queste scelte. Nessuno ha avuto il coraggio. Nono ho sentito nemmeno il sindaco. Capisco che ci sia il tentativo di far passare la cosa sotto silenzio, però mi aspetterei delle risposte nel momento in cui tutto questo è uscito sui principali siti d’informazione nazionali, mi aspetterei delle risposte. “Ci siamo sbagliati, non avevamo controllato bene”. Oppure “non avevamo verificato bene, non si ripeterà”. Oppure che difendano le loro scelte. Nella vita è tutto possibile. Però ripeto, non mi sembrano due fatti accostabili.

- Parlando di finanziamenti pubblici, ricordiamo che sovente in passato in Umbria sono stati concessi per manifestazioni artistiche un po’ controverse. Secondo lei i fondi pubblici andrebbero utilizzati per altre priorità in Umbria oppure ben vengano i finanziamenti alle opere artistiche ma solo se sottoposti a maggiori controlli?

Io dico che tutti i soldi pubblici vadano utilizzati con la massima attenzione. Perciò non è tanto un problema di priorità. La sanità è importante, così come è importante tappare le buche sulle strade, piuttosto che evitare di far pagare determinate prestazioni a chi è povero. Anche l’arte ha la sua rilevanza. Ricordiamoci che noi viviamo del paese che ha il 50% del patrimonio artistico e culturale del mondo. Quindi che per l’arte siano utilizzate delle risorse mi sembra non solo giusto, ma doveroso. Però un conto è spendere i soldi per mettere a posto l’arco etrusco, piuttosto che restaurare il Colosseo, e un conto è dare soldi a spettacoli come quello di Terni, o ad altre pseudo espressioni artistiche. Come sempre ci vuole il buon senso. Io non sono uno di quelli che dice che l’arte vada sottoposta a particolari controlli, altrimenti quei ci mettiamo a fare gli inquisitori. Però l’attenzione a che cosa si finanzia è doverosa da parte delle istituzioni pubbliche, e, secondo me, è doverosa anche da parte degli sponsor privati. Con i soldi propri ognuno fa quel che vuole, ma i soldi pubblici non sono propri, ma sono di tutti i cittadini. Di conseguenza vanno trattati come meritano, ossia con assoluto rigore. Ritengo che da questo punto di vista debbano esserci dei cambiamenti. Se ci sono state anche altre vicende, posso dire che anche io me ne ricordo qualcuna, ma insomma, oggi siamo arrivati a questo. Spero che questa vicenda serva affinché ci sia maggior rigore nell’utilizzo dei fondi pubblici. Tanto più che ci troviamo in un momento in cui politicamente gli enti locali si trovano in grande difficoltà per colpa di decisioni del governo Renzi. Perciò a maggior ragione usiamole con intelligenza queste poche risorse che abbiamo. Finanziamo anche l’arte ma che si tratti di arte. Poi che si tratti di arte controversa al limite mi sta bene, ma che si tratti di pornografia francamente no. Allora è più facile andare sui siti internet gratuitamente; proiettiamo “YouPorn” e facciamo prima senza spendere soldi pubblici. Ma cerchiamo di essere seri e ragionevoli perché credo che il buon senso debba sempre guidarci.  

Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

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