In primo piano Grillo, Raggi e la revisione dei ruoli nel Movimento
(ASI) Palermo - Due giorni per dire tantissimo agli avversari politici e alla stampa italiana, abbattere gli spauracchi di una intifada interna e consolidare il Movimento 5 Stelle sotto l'unico leader possibile, il suo stesso fondatore Beppe Grillo.
La kermesse del 24 e 25 settembre al Foro Italico di Palermo si è rivelata uno snodo fondamentale per l'evoluzione del Movimento, ridefinendo la giusta direzione da prendere per dominare la scena politica.
Grillo urla al microfono scaldando la folla dei simpatizzanti. Prima annuncia il suo ritorno a pieno regime, senza ammettere che si sia mai allontanato, poi duetta con Julian Assange, il leader di Wikileaks "rinchiuso" nell'ambasciata dell'Ecuador a Londra che si complimenta per i risultati finora conseguiti dal M5S.
Come ai primi tempi, non sono mancati gli affondi alla vecchia partitocrazia né l'esaltazione del modello di democrazia diretta, guidata da Davide Casaleggio, figlio di Gianroberto, che da oggi rappresenterà i vertici del Movimento insieme alla coppia Luigi Di Maio-Alessandro Di Battista.
Non viene detto esplicitamente, ma di certo la festa dei pentastellati serviva a ridimensionare il Direttorio rilanciando il sostegno a Virginia Raggi e respingendo ogni possibile accusa alla stampa e ai giornalisti "venduti" ai poteri forti.
Roberto Fico si scuserà, ma a Palermo sono fioccati gli improperi e le gogne ai cameraman e reporter presenti. Giusto Lucia Annunziata è riuscita ad intervistare Di Maio e Di Battista, ma in una fiera del biasimo dove gli scudieri di Beppe Grillo hanno dimostrato di saper giocare in casa propria arringando le folle con la critica che ha permesso loro di arrivare fin qui.
La sindaca di Roma Virginia Raggi attacca Matteo Renzi accusandolo di "non aver rottamato nessuno, di essere alleato dei Malagò e dei Montezemolo", ma tutto il suo intervento si concentra sulla politica nazionale, quasi volendo dimenticare, e far dimenticare, tutti i problemi che regnano al momento sulla Capitale.
La deputata M5S Roberta Lombardi invece smentisce qualsiasi rivoluzione o svolta politica del Movimento, sintetizzando in poche battute un'unica ridefinizione dei ruoli.
"Grillo ha autorevolezza che manca a qualsiasi altro, quindi è l'unico leader idoneo. - e ha poi aggiunto - Di Maio e Di Battista sanno comunicare, a loro il rapporto con le televisioni. A Davide Casaleggio la gestione del blog, è grazie a suo padre se tutti gli anni possiamo vederci in una grande manifestazione.".
Se quindi i pentastellati attaccano ancora sul referendum costituzionale al grido della piazza "Renzi fuori dallo Stato!", Grillo invita tutti anche a una maggiore prudenza. "Ci ricompattiamo, ma qui ognuno ormai deve prendersi le proprie responsabilità.", con una battuta forse riferita alla stessa sindaca di Roma.
Tutte confermate quindi le intenzioni iniziali, fatte di invettiva al potere, democrazia della rete e sostegno a tutte le scelte fatte, comprese le Olimpiadi di Roma 2024, che alla fine non si faranno.
Unità ed entusiasmo quindi, ma peccato per quelle occasioni perse, la politica romana che non decolla e forse proprio le Olimpiadi, uno di quei grandi eventi dove si è voluta ostentare saggezza, ma anche un po' di paura da parte dell'unica formazione politica in Italia che fra le priorità si era posta proprio la trasparenza nel realizzare, finalmente e onestamente, grandi opere e imprese in questo Paese.
Lorenzo Nicolao - Agenzia Stampa Italia