Politica: Moderati e M5S in calo. Parisi non piace: prevalgono Lega e Fratelli d’Italia. Sala a Renzi –“Servono nuove politiche sull’immigrazione”

sala(ASI) – Risultati impietosi quelli emersi da un recente sondaggio di Scenari Politici – Winpoll. Secondo tale rilevazione la figura di Parisi ha ben poche possibilità di riunire i partiti del centrodestra in un alleanza guidata dai moderati. I dati parlano chiaro, il 67,7% degli interpellati voterebbe Lega nord o Fratelli d’Italia.

Di fatto l’idea di un centrodestra guidato da moderati, centristi e cattolici, che riaccolga in un prossimo futuro Ncd-Udc tra le proprie fila come presenza stabile, è stata bocciata dall’elettorato. Sull’altro fronte invece il Pd fa i conti con l’ormai cronica impotenza dell’esecutivo Renzi sul piano internazionale. I continui dinieghi e i “compiti a casa”, soprattutto in materia d’immigrazione, assegnati all’Italia dall’ormai traballante cancelliera tedesca Merkel, non piacciono più nemmeno alla sinistra. Ad insorgere oggi è stato il primo cittadino di Milano Beppe Sala che con una lettera ha chiesto all’esecutivo Renzi nuove politiche in materia d’immigrazione così come un nuovo approccio meritocratico.


I valori “fluidi” di Parisi.
La debolezza di Stefano Parisi è emersa in tutta la sua forma proprio dopo la chiusura del convegno che avrebbe dovuto incoronarlo nuovo leader del centrodestra. Ancora prima dei risultati del sondaggio di Scenari Politici – Winpoll, la conversazione tra Salvini e Berlusconi in cui quest’ultimo avrebbe rassicurato il leader leghista affermando “tranquillo, comando sempre io”, aveva da subito lasciato intendere che Parisi rischiava di creare rotture ancor prima di iniziare ad unire. Lontani sembrano i “fasti” delle elezioni comunali milanesi quando la figura di Parisi aveva riunito l’intero centrodestra per strappare la città al centrosinistra che schierava quella che molti commentatori avevano definito una “giunta Pisapia bis a guida Beppe Sala”. Dopo la sconfitta di Milano le profonde diversità nei valori tra Parisi, centrista e moderato, e i partiti di destra erano emerse molto rapidamente. La convention della scorsa settimana avrebbe dovuto appianarle. Invece il risultato è stato che i “valori fluidi” proposti da Parisi con la visione di un centrodestra che accolga quante più “anime” possibile, non è piaciuta ai partiti che invece di hanno valori ben chiari come Lega Nord e Fratelli d’Italia. Ancor meno sembrerebbero essere piaciuti all’elettorato di centrodestra che, ormai evidentemente stanchi di certi giochi politici, stanno ormai abbandonando le posizioni centriste moderate per portare i loro voti ai partiti di destra. Con il 67,7% di voti in mano a Lega nord e Fratelli d’Italia, le forze centriste e moderate avrebbero solo due possibili strade, politicamente problematiche entrambe. In caso di alleanza e di centrodestra compatto alle prossime politiche, il 32,3% detenuto dai moderati di Forza Italia ed Ncd relegherebbe i moderati a spettatori di un governo a guida Lega – Fdi. In caso di un centrodestra che non trovi un accordo e che si presenti disgiunto in due distinti blocchi alle prossime politiche, la sicura sconfitta rischierebbe di erodere ancor di più la credibilità dei moderati.
Sala sferza il Pd. Grillo crolla.
Dall’altro lato della barricata, il Pd esce vincitore dal sondaggio di Scenari Politici – Winpoll. Con il 32,6% il partito del premier – segretario sarebbe a tutti gli effetti riconfermato il più grande e forte del paese. Il tutto a spese del Movimento 5 Stelle il quale sembrerebbe affrontare una profonda crisi di credibilità visto che nello stesso sondaggio i grillini sarebbero indietro di ben 8 punti con un deludente 24,8%. Nonostante la posizione predominante il PD non sembra affrontare momenti tranquilli. La tensione per l’imminente referendum, ormai chiaramente percepito come una prova della tenuta dell’esecutivo, le continue contestazioni a Renzi e al ministro Boschi da parte degli oppositori interni, Bersani e D’Alema in testa, e dell’elettorato; e la situazione dei rapporti con l’Europa, oltre che il problema dei flussi migratori, potrebbero dare più di un problema al premier segretario Matteo Renzi. A condensare parte del pensiero critico nei confronti dell’esecutivo ci ha pensato oggi il sindaco renziano di Milano Beppe Sala. In una lettera al quotidiano La Repubblica, il primo cittadino di Milano, pur rivendicando le proprie radici di “uomo della sinistra”, ha chiesto a gran voce al premier un cambio di rotta nella gestione dei flussi migratori. Sala, all’indomani della sconfitta della Merkel in Germania proprio sul tema dei migranti, ha sottolineato al premier che “onde evitare che i partiti populisti raccolgano e si rafforzino con altri milioni di voti, è necessario ripensare le politiche d’accoglienza”. “Come uomo di sinistra tenderò sempre la mano ai migranti, ma voi (migranti) dovete darci una mano la dove ci serve ed essere disponibili mettendovi a disposizione di programmi per conoscere le nostre leggi e la nostra lingua” – ha scritto Sala. Il primo cittadino di Milano parrebbe insomma aver abbandonato l’atteggiamento garantista ed accondiscendente nei confronti dei migranti, che caratterizza buona parte della sinistra e del proprio elettorato, in favore di un approccio più “meritocratico”. Tale nuova linea d’azione è ancor più evidente quando il primo cittadino di Milano, sempre nella propria lettera chiede a Renzi l’implementazione di “nuove politiche che garantiscano l’integrazione di quei migranti che manifestino il desiderio d’integrarsi” salvo poi moderare il tono affermando che si rende necessaria “anche la loro capillare ripartizione affinché tutto il peso dei flussi migratori non ricada sempre sui soliti”. Il riferimento di Sala è ovviamente alla sua città. Milano infatti è da sempre tra le città che hanno accolto il maggior numero di profughi fin dall’inizio dell’emergenza. “Milano continuerà l’accoglienza come ha sempre fatto, ma serve un generale accorpamento di tutti gli organi attualmente preposti alla gestione dei flussi migratori nazionali e locali che, in sinergia con gli enti locali (regioni e comuni) lavorino per garantire la gestione dei flussi migratori e l’integrazione dei migranti”. In caso contrario “il rischio è che prevalgano paura e sospetto”.


Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia

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