(ASI) La legge elettorale denominata Italicum sin dalla sua approvazione in Parlamento , analizzate le norme nel suo insieme, aveva sollevato molti dubbi, ma anche per certi versi tante certezze dei costituzionalisti sulla sua legittimità. Tante le azioni politiche ed i ricorsi per far emergere ciò. Oggi il tribunale di Perugia, nella persona del dottor Michele Moggi, ha ritenuto rilevanti e non manifestatamente infondati due dei motivi del ricorso patrocinato dagli avvocati Besostri, Pennino e Ricciardi contro l’Italicum, consentendo di trasmettere gli atti alla Corte costituzionale affinché si pronunci sulla legittimità della legge elettorale. In particolare, il Tribunale di Perugia ha ritenuto di dubbia legittimità costituzionale il meccanismo previsto dall’Italicum in base al quale garantisce al secondo turno di ballottaggio l’assegnazione di un premio di maggioranza del 55 per cento dei seggi ad una lista che potrebbe ottenere al primo turno una percentuale pari al 25-30 per cento dei voti senza prevedere il raggiungimento di un quorum minimo di votanti, ledendo così il principio costituzionale della rappresentatività e dell’uguaglianza del voto. Il Tribunale, inoltre, ha censurato anche la norma che prevede il meccanismo in base al quale il capolista, presentandosi in più circoscrizioni, possa optare arbitrariamente in quale collegio essere eletto sacrificando così il diritto degli elettori di scegliere il proprio candidato. “Ora che il Tribunale di Perugia ha accolto i motivi di sospetta incostituzionalità del premio di maggioranza al secondo turno e del meccanismo delle candidature multiple dei capilista, la parola passa alla Corte costituzionale e, anche se il 4 ottobre è stata già calendarizzata l’udienza difronte alla Corte per analoghe questioni sollevate dal Tribunale di Messina e di Torino, la decisione del Tribunale perugino rimane importante” - sottolinea la parlamentare del Movimento 5 Stelle Tiziana Ciprini, firmataria del ricorso insieme ad altri 21 cittadini fra i quali i deputati Filippo Gallinella, Adriana Galgano e il professor Mauro Volpi.
Redazione Agenzia Stampa Italia