(ASI) Lazio - La situazione dell’Unità di Cure Residenziali Intensive sta rapidamente precipitando. Ad oggi si conta un decesso e aggravamenti delle condizioni cliniche di alcuni pazienti.
“La situazione dell’Unità di Cure Residenziali Intensive, Ucri, che accoglie al San Camillo dieci pazienti con esiti di gravi cerebrolesioni acquisite, in stato vegetativo e di minima coscienza, negli ultimi mesi sta rapidamente precipitando a causa di decisioni gestionali e organizzative che potrebbero aver rotto degli equilibri già precari.
Ad oggi si conta un decesso e aggravamenti delle condizioni cliniche di alcuni pazienti” lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio di Fratelli d’Italia.
“Nonostante l’importante collocazione presso un Padiglione del San Camillo, dopo la chiusura dell’Ospedale Forlanini, non sono state mai sanate né risolte molte annose criticità che hanno finito con il mettere a repentaglio peculiarità fondamentali del reparto. Dopo il pensionamento dello storico Responsabile di Reparto, mai adeguatamente sostituito, l’unica figura medica con formazione ed esperienza specifiche nel settore è stata messa in condizioni di interrompere la prestazione della propria attività e nel reparto si sono immediatamente creati disservizi e confusione. A seguire l’assistenza medica è stata di volta in volta affidata a figure, valide ed efficienti nei propri settori, ma prive di esperienze e competenze specifiche sulla tipologia dei pazienti. Il Comitato Ridivita, costituito dai familiari e dagli amministratori di sostegno dei pazienti, ha diffidato sia la Regione Lazio che i vertici del San Camillo senza ottenere adeguate risposte e purtroppo anche questo silenzio ha messo ulteriormente a rischio l’incolumità e il diritto alle cure degli ammalati. Non permetteremo che l’UCRI, istituita con ambizione di rappresentare un’eccellenza nella sanità del Lazio, venga destinata a trasformarsi in una realtà amorfa. Per questi motivi ho chiesto l’urgente convocazione della commissione Salute per fare chiarezza su alcune dinamiche di assunzione e destinazione del personale governate da logiche fumose e di dubbia interpretazione ma soprattutto per chiedere al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, destinatario della diffida dei familiari, di intervenire tempestivamente al fine di tutelare, al fianco dei familiari, i sacrosanti diritti di questi fragili pazienti senza voce” conclude Santori.