(ASI) “Da Grosseto a Rosarno, il caporalato è una piaga sociale diffusa in tutte le aree del Paese, coinvolgendo 400.000 mila braccianti, sia italiani che stranieri.
E’ pertanto urgente l’approvazione definitiva alla Camera del ddl che ha riscritto il reato di intermediazione illecita e dello sfruttamento del lavoro, con l’intesa che non si debba sviluppare esclusivamente la funzione coercitiva della legge, ma che si preveda anche la messa in atto di disposizioni utili a creare un meccanismo virtuoso tra imprese agricole, istituzioni e lavoratori.
Non si risolve, infatti, questo fenomeno criminale semplicemente sanzionando le aziende.
Questo provvedimento deve innanzitutto costituire il primo passo per rivedere alcune delle norme sulla depenalizzazione varate in precedenza da questo Governo: abbiamo nutriti esempi di caporali denunciati e poi immediatamente prosciolti e lasciati in libertà.
Al tempo stesso, non si può dichiarare che il caporalato non sia alimentato dall’immigrazione, in quanto, sebbene sia un fenomeno diverso e ricorrente in Italia dal dopoguerra, è incentivato dalla manodopera a bassissimo costo fornita da una gestione convulsa e incontrollata dei migranti.
Importante, poi, rimane la ancor più disumana condizione delle donne nei campi, sotto ricatto delle ‘fattore’ che le lasciano a casa in caso di ribellione e molte volte le spingono a prostituirsi e a sottostare alle richieste sessuali da parte dei loro intermediatori e degli imprenditori agricoli da cui dipendono.
Infine, si rischia di trascurare il ruolo delle mafie locali – ruolo denunciato e sottolineato anche dal Governatore della Regione Puglia Emiliano, ed al quale il Guardasigilli Orlando, ieri in visita al ghetto di Rignano, ha fatto orecchie da mercante.
Dal Ministro Orlando, insomma, ci saremmo aspettati più che una semplice visita in Puglia.”
Queste le dichiarazioni di Cinzia Pellegrino – Coordinatore Nazionale del Dipartimento tutela vittime di FdI AN in merito al vertice svolto ieri in Procura a Foggia sulla piaga del caporalato.