(ASI) Roma - Il Movimento 5 Stelle chiesto alla Corte dei Conti di fare luce sulla svendita di Enav, la società che si occupa della sicurezza dei nostri cieli e che fino a due settimane fa era a totale controllo pubblico.
Ora grazie alla scellerata decisione di Renzi e di Padoan il 49 per cento del suo capitale è in mano a 198 investitori privati di cui ben 167 stranieri e tra questi anche un Fondo arabo. Per ridurre il nostro colossale debito pubblico invece di tagliare i veri sprechi si svendono i nostri gioielli agli stranieri per fare cassa»: lo hanno dichiarato i deputati del M5S, Daniele Pesco e Paolo Nicolò Romano, i primi firmatari dell'esposto che hanno depositato presso la Procura regionale della Corte dei Conti del Lazio, contro la decisione del Governo di procedere alla vendita di Enav Spa pur con i mercati azionari in fibrillazione per l'esito referendario della Brexit.
«Abbiamo avuto la possibilità di conferire con la nuova Procuratrice regionale del Lazio, Donata Cabras, e in particolare abbiamo chiesto di fare luce sia sulla decisione del Governo (dell'aprile dello scorso anno) di ridurre il capitale sociale di 180 milioni di euro - costringendo di fatto la Società a ripianare tale buco con l'emissione di un prestito obbligazionario - che sulla successiva riduzione di capitale di ulteriori 400 milioni di euro (del marzo scorso) che si è scoperto essere servita per garantire i mega rendimenti ai nuovi azionisti privati a cui è stato promesso una politica dei dividenti pari al 200% del pay out il primo anno e l'80% negli anni successivi».
Praticamente il primo anno agli azionisti privati saranno garantiti rendimenti pari al doppio degli utili conseguiti dall'azienda per attestarsi negli anni successivi ad un valore non inferiore all'80 per cento.
Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è la decisione di far partire l'IPO, l'offerta pubblica di vendita, esattamente tre giorni dopo la Brexit, quando tutte le operazioni di mercato erano state sospese per evitare contraccolpi negativi sulle quotazioni. Inutili sono stati gli appelli al Governo di sospendere tale assurda decisione che avrebbe di fatto comportato la svendita di un assett strategico per il nostro Paese.
«Infatti, anche se il Governo non esita a parlare di grande successo dell'IPO, si è trattato di un clamoroso flop. Il titolo si è fermato a 3,30€ ad azione che è un valore a dir poco risibile rispetto alla solidità di un Gruppo che opera in un mercato regolamentato e di cui detiene il totale monopolio in Italia. I tempi delle parole sono finiti - concludono i deputati 5 stelle - adesso è compito della magistratura contabile, azionando i suoi poteri istruttori, verificare il danno causato dal Governo da questa improvvida decisione dettata, ormai è chiaro a tutti, per favorire le lobby della speculazione finanziaria che, infatti, in queste ore stanno festeggiando con il titolo di Enav arrivato a quasi 4 euro ad azione».