Il fondatore di Eataly, sfruttatore primario della tradizione italiana nell'agroalimentare, ha avuto la faccia tosta di dire che il nostro grano è di pessima qualità. Aveva bisogno di giustificare il suo uso di grano americano e rispondere in diretta televisiva a un agricoltore costretto a chiudere i battenti che, intervistato, denunciava che i grandi marchi nazionali comprano a basso costo grano straniero (spesso non immune da modificazioni genetiche, vietate in Italia). Giova ricordare che Farinetti è lo stesso personaggio per il quale il governo Renzi aveva proposto il cosiddetto ‘emendamento Eataly’ a uno dei tanti decreti legge, finalizzato a ottenere sgravi fiscali per la commercializzazione dei prodotti enogastronomici italiani. Un emendamento ad personam che avrebbe agevolato Eataly ma che non vincolava all'utilizzo delle nostre materie prime.A questo campione di anti italianità che sfrutta il marchio tricolore surrettiziamente e affossa la produzione agricola nostrana rispondiamo chiedendo agli italiani di boicottarlo, finché non deciderà di realizzare prodotti interamente italiani. Questo vale anche per il burro realizzato con latte non italiano, la carne prodotta con vitelli provenienti da Polonia, Francia e Belgio, l’olio d'oliva tunisino, i funghi rumeni, eccetera. Tutta roba naturalizzata italiana ma nata altrove”. È scrive il capogruppo di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale Fabio Rampelli sulla sua bacheca Facebook lanciando l'hashtag #boicottaeataly.