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Bocca ed il fascismo di Fini
(ASI) Strani tempi quelli in cui viviamo, un periodo in cui la coerenza è diventata una dote rara. Infatti, in questa epoca accade assai spesso che le persone, senza alcun pudore, abiurino il loro credo e dimentichino il proprio passato. Addirittura, si arriva persino a criticare aspramente chi in precedenza si osannava ed a contrastare le idee che prima si sostenevano con grande entusiasmo. Colpa del  vento politico che cambia e che predispone gli uomini  ad una salutare “prudenza”?
Però quando  la mutazione ideologica  avviene improvvisamente e certi individui sono “illuminati” sulla via di Damasco e ribaltano di 360° quelle idee che, sino al giorno prima, dicevano di essere disposti a difendere con il proprio sangue,  è naturale che i repetini cambiamenti qualche motivato sospetto lo alimentano.

Infatti il fenomeno della conversione è umano ed è lodevole quando avviene attraverso un sincero e coscienzioso percorso di travaglio interiore e i benefici sono esclusivamente spirituali.

Altre forme di ravvedimento, in qualche maniera, possono alimentare leciti dubbi.

Uno dei più grandi poeti del 900, Ezra Pound, diceva:” se un uomo non ha il coraggio di rischiare qualche cosa per le proprie idee, o le sue idee non valgono nulla, o non vale nulla lui”.

Abbiamo letto su Il venerdì di Repubblica, nella rubrica Fatti nostri, un articolo di Giorgio Bocca nel quale egli afferma sostanzialmente due cose:

1° che Gianfranco Fini voleva rappresentare il “Fascismo legalitario di sinistra” e che il suo progetto è fallito.

2° che il fascismo, con il sistema corporativo voleva “sottomettere la lotta di classe alla superiore fortuna della Patria” e che tutto ciò fece solamente il tornaconto dei padroni.

Siamo d’accordo che il progetto di Fini sia fallito, ma non siamo d’accordo che il suo fosse un “fascismo legalitario di sinistra” categoria politica che non è mai esistita e tantomeno nel ventennio Mussoliniano.

Il fascismo, come ricorda anche De Felice, storico che forse di fascismo ne capisce un poco di più di Giorgio Bocca, non fu né di destra, né di sinistra e, secondo anche me, fu oltre la destra ed oltre la sinistra!

Strano che a fare certi ragionamenti, ci sembra, sia quella stessa persona che sul giornale “La provincia Granda”, dove scriveva usualmente elogi al Duce ed al fascismo il 14 Agosto 1942 scriveva un articolo antisemita sui Protocolli dei savi di Sion ..«Questo odio degli ebrei contro il fascismo è la causa della guerra attuale... A quale ariano, fascista o non fascista, può sorridere l’idea... di essere lo schiavo degli ebrei?» e sia lo stesso, iscritto ai GUF ( Gruppi Universitari Fascisti) che nel 1940 aderì al “manifesto della razza” del 1938 e che per mettersi in luce e fare carriera nell’ambiente fascista partecipava ai Littoriali .

La stessa persona che solo dopo l’armistizio dell’otto settembre 1943, quando le sorti della guerra erano segnate, ebbe la crisi di coscienza e l’illuminazione e diventò antifascista e partigiano salvando, solo però per coincidenza, la pelle e la carriera ..!!

La stessa persona che diceva che le Brigate rosse erano un’invenzione, una favola che il governo raccontava ai gonzi.

La stessa persona che da social-comunista, nel 1990 passava a dimostrare grande simpatia per la lega nord.

Si potrebbe obiettare con il luogo comune che “solo i cretini non cambiano idea”.

Luogo comune opinabilissimo, ma a parte quello, si può considerare che in generale anche il cambiare idea troppo spesso non è né intelligente, né onesto quando non sia poi frutto di pura convenienza.

Ma andando nel merito, ricordiamo qui come anche il “male assoluto” ( così Fini definì il fascismo, alla faccia delle considerazioni di Giorgio Bocca ) qualche cosina per il popolo lo fece ed in questo non favorì certo i padroni come invece fecero i politici del dopo guerra sino a ridurre i lavoratori nel miserevole stato in cui versano oggi e di cui sembra che Giorgio Bocca non si accorga.

Ecco un elenco incompleto, delle principali leggi e riforme che il fascismo mise in opera e delle quali anche Giorgio Bocca può avere conferma con una semplice ricerca sulla Gazzetta Ufficiale:

Parchi nazionali, Tutela lavoro di donne e fanciulli, Assistenza ospedaliera per i poveri, Assicurazione invalidità e vecchiaia, Riforma della scuola (Gentile), Acquedotto Pugliese, del Monferrato, del Perugino, del Nisseno e del Velletrano, Riduzione dell'orario di lavoro a 8 ore giornaliere, Opera Balilla, GIL e colonie, Opera Nazionale Dopolavoro, Centrali Idroelettriche e rete Ferroviaria, Reale Accademia d'Italia, Bonifiche integrali dell'agro Pontino, dell'Emilia, della Bassa Padana, di Coltano, della Maremma Toscana, del Sele, della Sardegna e colonizzazione del latifondo Siciliano, Attribuzione della facoltà d'indagine alla polizia tributaria, Opera Nazionale Maternità ed Infanzia, Assistenza agli Illegittimi, abbandonati od esposti, Carta del lavoro, Esenzioni tributarie per le famiglie numerose, Rete autostradale, Ferrovie e Porti, Aree Industriali, Patti Lateranensi, INAIL, Libretto di lavoro, INPS, Riduzione orario di lavoro a 40 ore settimanali, ECA, Assegni famigliari, Casse rurali ed artigiane, Legge istitutiva dell’Istituto Autonomo delle Case Popolari, Riforma dei Codici, Legge Urbanistica, INAM, Lotta alla mafia, Socializzazione.

Non stiamo qui a sottolineare come tutto ciò fu fatto in un ventennio del quale due anni della più grande crisi economica mondiale e cinque di guerra, ma consigliamo sommessamente a Giorgio Bocca di evitare certi argomenti e certe condanne sommarie soprattutto per non incorrere in confronti che non lo favoriscono.

Gli argomenti per un giornalista sono tanti e viviamo un’attualità densa di novità e di problemi.

Si interessi di queste tematiche e problematiche e lasci la storia agli storici di professione (lui che storico di professione e ci risulta che non abbia mai occupato una cattedra universitaria), soprattutto a quei studiosi che, non avendo alle spalle abiure, con rigore scientifico ed onestà intellettuale, svolgono il loro compito con obiettività.

 

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