(ASI) Roma - “Baretta è venuto in aula e non ci ha detto nulla di pregnante rispetto alle nostre tante perplessità su natura e funzionamento del fondo Atlante”. Lo denunciano i deputati M5S che oggi hanno interpellato il governo sul nuovo veicolo che dovrebbe sostenere il sistema bancario.
“Abbiamo chiesto lumi sul coinvolgimento del settore pubblico in una iniziativa che viene spacciata per meramente privata. Ci sono i 500 milioni impegnati da Cdp che pure ha chiuso il 2015 con un risultato netto negativo per ben 900 milioni. Ci sono i 240 milioni di Poste italiane attraverso Poste Vita. E soprattutto vorremmo capire la natura dell’impegno dei circa 700 milioni di risorse della Sga, la società nata per recuperare le sofferenze del vecchio Banco di Napoli”.
“Dopo la ricapitalizzazione della Banca popolare di Vicenza e il possibile intervento in favore di Veneto Banca, Atlante non sembra avere la forza di sciogliere il nodo delle sofferenze del sistema. Anzi, lo strumento della Sgr Quaestio e il Fondo di risoluzione finiscono per assorbire liquidità dal settore bancario e causano un’ulteriore contrazione delle disponibilità rivolta all'economia reale”, osserva il Gruppo M5S Camera.
“Avremmo voluto capire, in questo panorama di tassi a zero, come il Fondo Atlante saprà garantire il 6% sbandierato agli investitori. E siamo preoccupati anche in ragione del fatto che le assicurazioni possono impegnare le riserve tecniche nell’iniziativa. Inoltre, rimane tutta l’opacità di un veicolo che fa capo a una Sgr a sua volta controllata da una società, la Quaestio Investments S.A, di diritto lussemburghese. La verità - chiudono gli eletti Cinquestelle - è che Atlante servirà solo a evitare il bail-in per un paio di banche a pezzi, rinviando il problema ma soprattutto simulandone gli effetti: basta chiedere, in tal senso, ai vecchi soci della Popolare di Vicenza, rimasti con un pugno di mosche in mano”.