(ASI) Sono almeno cinquemila i locali della ristorazione del nostro Paese nelle mani della criminalità organizzata che approfitta della crisi economica per penetrare in modo sempre più massiccio e capillare nell’economia legale. E’ quanto afferma la Coldiretti in relazione all’azione dei carabinieri di Roma che hanno confiscato beni per 80 mln di euro tra i quali bar, ristoranti, pizzerie, anche nel centro storico della Capitale a quattro imprenditori, ritenuti coinvolti in traffici gestiti dalla camorra napoletana.
Acquisendo e gestendo direttamente o indirettamente gli esercizi ristorativi le organizzazioni criminali hanno la possibilità di rispondere facilmente ad una delle necessità più pressanti: riciclare il denaro frutto delle attività illecite come è emerso dal Rapporto Agromafie elaborato da Coldiretti, Eurispes, e Osservatorio sulla criminalità nell’agricoltura e sul sistema agroalimentare. Il volume d'affari complessivo dell'agromafia è salito - rileva la Coldiretti - a 16 miliardi di euro, in netta controtendenza rispetto alla fase recessiva del Paese. L’agroalimentare è divenuto una delle aree prioritarie di investimento della malavita che ne comprende la strategicità in tempo di crisi perché – precisa la Coldiretti - consente di infiltrarsi in modo capillare nella società civile e condizionare la via quotidiana della persone. Le attività ristorative – osserva la Coldiretti - sono dunque molto spesso tra gli schermi “legali” dietro i quali si cela un’espansione mafiosa sempre più aggressiva e sempre più integrata nell’economia regolare. Grazie ad una collaudata politica della mimetizzazione, le organizzazioni riescono a tutelare i patrimoni finanziari accumulati con le attività illecite muovendosi ormai come articolate holding finanziarie, all’interno delle quali gli esercizi ristorativi rappresentano efficienti coperture, con una facciata di legalità dietro la quale è difficile risalire ai veri proprietari ed all’origine dei capitali. Le operazioni delle Forze dell’ordine - conclude la Coldiretti - svelano gli interessi delle organizzazioni criminali nel settore agroalimentare ed in modo specifico nella ristorazione nelle sue diverse forme, dai franchising ai locali esclusivi, da bar e trattorie ai ristoranti di lusso e aperibar alla moda.