(ASI)Taranto - "Diossina in valori altissimi, al quartiere Tamburi , numeri superiori anche quaranta volte ai limiti legislativi. A riscontrare tali dati, tra metà 2013 e inizio 2015, sono stati due laboratori per conto della stessa Ilva. I dati sono contenuti in una relazione stilata successivamente dal Politecnico di Torino su richiesta di Ilva.
A novembre 2014, la centralina del quartiere Tamburi, il più vicino all’impianto siderurgico, ha registrato un valore medio giornaliero di 791 picogrammi mq.
Sul sito del ministero, tra l’altro mancano proprio i dati sulla diossina che dovrebbero essere raccolti nel Piano Monitoraggio e Controllo dell’Aia Ilva.
Inoltre dai dati emerge che i valori raccolti dall’interno della fabbrica sono più bassi. In pratica i Tamburi sono più inquinati di Ilva stessa!
Nella relazione, firmata a dicembre dall’ing. Onofrio, vengono indicate come cause altri fattori di contaminazione tra cui probabilmente: gas di scarico, caldaie industriali e combustione del legno”.
In pratica per il Politecnico di Torino la diossina c’è, ma non è Ilva il problema….
Molto diversa è l’opinione dell’oramai ex direttore generale di Arpa Puglia, Assennato, che ha deciso di inviare i propri tecnici presso uno dei laboratori che ha raccolto i dati per capire come sono stati effettuati i campionamenti, dichiarando che : “Il dato registrato nel maggio 2014 appartiene a un tipo di diossine chiaramente riconducibili a impianti industriali ”. Anche Emiliano, ha definito i valori pericolosamente superiori ai limiti chiedendo con urgenza ad Arpa di avviare un’indagine diretta nel quartiere Tamburi e all’Asl di Taranto di “verificare le condizioni di igiene e sicurezza in ambienti di lavoro” e “di accertare eventuale presenza di aziende produttrici di generi alimentari e, nel caso, di procedere al campionamento e successive analisi presso i laboratori competenti”.
E alla questione dell’eventuale rischio di contaminazione dei generi alimentari probabilmente, guarda sia il dispositivo emesso da SPESAL rispetto all’accesso alle mense aziendali e alle tute indossate dai lavoratori sporche e/o contaminate e la comunicazione di Ilva stessa di alcuni giorni fa.
Su questa vicenda vi informeremo a breve, dopo una serie di approfondimenti con Ilva e enti competenti.
Nella serata di ieri poi altro record nelle tabelle fornite dal Ministero dell’Ambiente per il 2015, Taranto risulta di gran lunga la città che ospita le attività industriali autorizzate alla più alta emissione di gas serra. Sono state autorizzate per ILVA Taranto quote 200 volte superiori a quelle di ILVA Genova e, in generale, emissioni decine di volte superiori a qualunque altra industria italiana.
ILVA DI TARANTO 13.737.355
CEMENTERIA DI COLLEFERRO 386.889
CEMENTERIA DI REZZATO 372.217
ITALCEMENTI DI CASTROVILLARI 180.013
ILVA DI CORNIGLIANO 72.444 "
E' quanto riportato in una nota dell'Unione Sindacale di Base di Taranto.