(ASI) «Sconcertante affermazione oggi dell’Inps in Commissione Lavoro alla Camera. Nell’ambito della battaglia contro le pensioni d’oro che Fratelli d’Italia sta portando avanti da anni in Parlamento, avevamo chiesto all’Inps di dirci senza reticenze se lo Stato è o meno in possesso dei dati relativi ai versamenti contributivi degli italiani.
Oggi in Parlamento è stata certificata dall’Inps l’aberrazione di uno Stato allo sbando, che paga 270 miliardi di euro l'anno, il 33% della spesa pubblica complessiva in pensioni, senza conoscere la storia contributiva degli italiani, nemmeno di quei privilegiati che percepiscono pensioni da capogiro che arrivano anche a 90 mila euro al mese. È una vergogna inaudita, indegna di una Nazione progredita, figlia degli anni della politica più squallida della Prima Repubblica. Tutto questo non fermerà Fratelli d’Italia nella sua battaglia per revocare le pensioni d’oro e anzi questo scandalo rappresenta un’ulteriore spinta per andare avanti in quella che consideriamo una battaglia di civiltà e di equità intergenerazionale. Pertanto modificheremo la nostra proposta di legge, che ad oggi prevede di fissare un tetto a 5 mila euro, di ricalcolare la parte che supera questo tetto col metodo contributivo e di tagliare la parte che non è coperta dai contributi versati. E presenteremo la nuova ipotesi già nei prossimi giorni, auspicando che ci sia da parte di tutti i partiti politici la disponibilità a ragionare seriamente e concretamente su questo tema».
Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, a margine dell’audizione dei rappresentanti dell’Inps in Commissione Lavoro alla Camera sulle proposte di legge sulle pensioni d'oro.