(ASI) – Abruzzo – San Giovanni Teatino, è un Comune in Provincia di Chieti, al confine con Pescara, strategico per la conurbazione più grande e popolosa d'Abruzzo, poiché sul suo territorio ha sede l'Aeroporto e la più alta concentrazione di centri commerciali della Regione e forse di tutto il centro Italia in relazione al numero di abitanti. Il centro urbano funge da equilibrio fra i due capoluoghi, quello teatino e quello adriatico.
Una cittadina che è sempre stata apprezzata per la qualità della vita e per la qualità dei servizi che il Comune offriva, ma la crisi ha distrutto anche qui l'economia, le famiglie si sono impoverite e l'austerità ha svuotato le casse comunali.
Proprio per ridare un tono e un decoro alla città, ha deciso di tornare nell'arena politica, Verino Caldarelli. Amministratore di lungo corso, già Sindaco di San Giovanni Teatino per due mandati, eletto a furor di popolo nel 2001 e nel 2006. Nel 2011, non si è potuto candidare perché la legge gli impediva il terzo mandato consecutivo
Il “vecchio leone”, così lo chiamano negli ambienti politici abruzzesi, è tornato in campo a ruggire con una coalizione politica che lo appoggerà nelle prossime elezioni di Primavera, formata dal Partito Democratico e dalla sua lista civica “Insieme Domani”.
A tal proposito, lo abbiamo intervistato, ponendogli delle domande, per conoscere il suo punto di vista sulla politica cittadina di San Giovanni Teatino e sui prossimi scenari futuri di assetto urbano e amministrativo in seno alla conurbazione Chieti – Pescara.
1) Perché i cittadini di San Giovanni Teatino dovrebbero votare Verino Caldarelli?
“Agli ultimi 5 anni di amministrazione di “apprendisti stregoni” - attacca Caldarelli - che hanno portato avanti una cattiva politica, adottando provvedimenti che hanno fatto male alle famiglie e ai cittadini e danneggiando un Comune che stava crescendo e che eccelleva per i suoi servizi, si contrappone una proposta che i cittadini valutano positivamente, come dimostrano anche i risultati che abbiamo lasciato nel 2011, dopo dieci anni di amministrazione. In primis, i conti a posto, la costruzione di edifici nuovi, impianti sportivi e culturali, con una politica di urbanizzazione sostenibile con ettari ed ettari di verde di cui usufruiscono i cittadini di San Giovanni. Dunque – ha continuato Caldarelli - ad una amministrazione di “vandali”, contrapponiamo una proposta concreta e solida da parte di chi ha ben amministrato San Giovanni in dieci anni. Si potrebbe chiedere a chiunque, e nessuno parlerà bene dell'attuale amministrazione che ha trasformato in un vero e proprio inferno la mia città. Altrettanto negativi sono i Grillini che ora cercano opportunisticamente di cogliere il momento per raggiungere ruoli di potere, senza aver fatto mai nulla di concreto per questa città. Io, tra l'altro, sono stato citato nel libro del Governatore d'Abruzzo D'Alfonso, quando era Sindaco di Pescara, come uno dei migliori amministratori comunali abruzzesi e lo dico con orgoglio, senza ricoprire attualmente nessun incarico a livello regionale”.
2) Se sarà eletto Sindaco che rapporti avrà con gli altri Comuni limitrofi ed in particolare con Chieti e Pescara? Cosa ne pensa dell'area metropolitana e del progetto della Grande Pescara?
“La Grande Pescara – ha dichiarato il candidato Sindaco del centrosinistra - è solo un veicolo di qualcuno per tentare di tornare sulla cresta dell'onda politica. Io, non credo che la soluzione per risolvere i problemi sia quella di unire i vari Comuni che fanno parte della conurbazione Chieti – Pescara, perché l'area ha delle realtà urbane troppo eterogenee e ognuna con delle esigenze diverse. Pensiamo a Chieti che ha una sua storia, un suo orgoglio e una sua identità. Come può Chieti essere confusa con alcune zone degradate di Pescara? E' impossibile. Figuriamoci poi se i nostri politici locali, il più delle volte incapaci di amministrare persino il loro piccolo orticello, possano gestire adeguatamente un progetto urbano del genere. Lei – ha precisato l'intervistato - sta parlando con una persona che tratta la tematica dell'area metropolitana Chieti – Pescara fin dal 1980, ma un'area metropolitana intesa non come un'unica città, ma come delle ben distinte realtà urbane che per soddisfare al meglio le esigenze dei cittadini e razionalizzare le spese, decidono di mettere insieme, di gestire in comune dei servizi. Non si può ridurre a solo una questione di numeri, a un fatto demografico la fusione fra Comuni limitrofi. Non a caso, il referendum della Grande Pescara oggi non solo non raggiungerebbe il quorum, ma è stato qualcosa di così poco importante e significativo, che nessuno se lo ricorda. La verità – ha concluso Caldarelli - è che ci sono delle persone del mondo politico che pur di farsi notare e di tornare in auge, cercano di usare ogni mezzo per farlo, usando strumenti che cercano di colpire la sensibilità delle persone. Ma, in realtà, di concreto non c'è nulla, come hanno dimostrato anche i risultati ottenuti da certe persone in diversi anni passati ai vertici di certe istituzioni”.
Cristiano Vignali – Agenzia Stampa Italia
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