Numerosi pullman sostano nei pressi e indirizzano i viaggiatori nei bagni dell'anagrafe. E’ un viavai di persone che bivaccano o circolano anche con i trolley, donne con il burqa senza controllo. Gabrielli e Tronca innalzino l'allerta in tutte le sedi istituzionali e uffici pubblici più sensibili per funzione o per tipologia di servizio
(ASI) Roma. "L’anagrafe centrale di Roma, in via Petroselli in pieno centro, è un porto di mare troppo esposto a vari rischi, in modo particolare agli attacchi terroristici. Un luogo insicuro perché affollato e privo di controlli, dove turisti e passanti si recano per qualsiasi tipo di bisogno, anche corporale. Infatti, numerosi pullman sostano nei pressi dell’edificio comunale ed indirizzano i viaggiatori nei bagni dell'anagrafe. Anche per questo si crea un viavai di persone che bivaccano o circolano anche con i trolley, senza controllo alcuno. Insomma, nei locali di via Petroselli dove, tra l’altro, vi sono i servizi sociali e anagrafici del Municipio I e dove vengono consegnate le cartelle Equitalia, entrano molti uomini e donne che fanno tutto, fuorché usufruire dei servizi comunali". Lo dichiara in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio.
"In tutti gli uffici comunali con particolare affluenza di pubblico devono essere inaspriti i controlli considerato che la normativa nazionale già vieta l'utilizzo di caschi protettivi o altro mezzo atto a rendere difficoltoso il riconoscimento in luogo pubblico o aperto al pubblico senza giustificato motivo. Non è difficile vedere inoltre che diverse donne con il burqua, interamente coperte, hanno libro accesso al palazzo e sostano negli spazi senza alcun controllo. Guardando alla delibera di giunta approvata in Lombardia, mi farò carico di presentare una proposta in consiglio regionale per impedire l’accesso nei luoghi pubblici a coloro che sono coperti in volto. Nel frattempo chiedo che i Prefetti Gabrielli e Tronca trovino una soluzione al problema dell’insicurezza dei dipendenti capitolini e dei cittadini utenti all’interno degli edifici pubblici più esposti come ad esempio l’anagrafe di via Petroselli innalzando l'allerta in tutte le sedi istituzionali e uffici pubblici più sensibili per funzione o per tipologia di servizio”. Conclude Santori.