(ASI) Roma – "L'astensione dal voto al collegato ambientale, approvato oggi alla Camera, è motivata dal fatto che, accanto a misure positive nei confronti della sostenibilità, ce ne sono numerose altre che vanno nella direzione opposta.
Il nostro Paese invece avrebbe bisogno di adottare una scelta radicale: abbandonare le vecchie politiche energetiche in favore delle nuove, che consentirebbero un maggiore rispetto dell'ambiente e, al contempo, porterebbero a un alto numero di posti di lavori, soprattutto specializzati".
Lo affermano in una nota i deputati del MoVimento 5 Stelle in commissione Ambiente.
"Tra i passaggi del collegato che non possiamo proprio approvare in testa c'è il proseguimento del percorso di privatizzazione dell'acqua: l'autorità per l'energia elettrica e il gas ottiene più poteri sulla valutazione delle utenze morose. Negativa è anche la misura relativa agli incentivi nei confronti delle false fonti rinnovabili, come i reflui della filiera bieticola e degli oli vegetali, a scarsissimo indice di ritorno energetico e a elevatissime emissioni, molto maggior rispetto ai combustibili fossili. Forte contrarietà abbiamo espresso anche nei confronti del depotenziamento dell'Enea e il mantenimento della possibilità di trattare i fanghi di depurazione civile e industriale con carbonatazione e acido solforico.
Accanto a queste misure, siamo riusciti anche a farne approvare alcune che invece riteniamo vadano nella direzione di un'economia più circolare. Ricordiamo qui il vuoto a rendere per tutti gli imballaggi per liquidi, anche se per ora soltanto in forma sperimentale; il credito d'imposta per la rimozione dell'amianto presente nelle imprese; la riduzione dei rifiuti da incenerire. Ancora, abbiamo fatto inserire la gestione sostenibile dei reflui oleari, con un primo tentativo di fare ordine nel settore; incentivi all'autocompostaggio e al compostaggio di comunità, che può portare a una matrice, utile per il settore chimico, e ovviare alla paventata fuga di Descalzi e dell'Eni dalla Versalis.
Infine, ricordiamo lo stanziamento di 35 milioni per la mobilità sostenibile, il fondo da 10 milioni - relativi al 2014 - al quale possono attingere i comuni che intendono avviare interventi di rimozione o demolizione di opere o immobili realizzati abusivamente in aree ad elevato rischio idrogeologico e la Valutazione d'impatto sanitario (VIS), anche se solo per nuovi grandi impianti".