Su funerale Casamonica –"Normale manifestazione familiare". Vacanze Usa –"A Roma subite minacce"
(ASI) – Dove è la sinistra di una volta? Quella dei Togliatti e dei Berlinguer. Quella dei leader che si ponevno come primo obbiettivo la rappresentanza dei lavoratori anche a discapito del politicamente corretto.
Quella dove l'esponente di turno, se necessario, si faceva da parte per salvare la rispettabilità e l'integrità dei "rappresentanti del popolo e dei lavoratori". Evidentemente ricordi sbiaditi di un tempo passato. Il presente si chiama PD mentre l'esponente in questione è niente meno che il sindaco della capitale Ignazio Marino.
Immobili comunali con affitti a canoni irrisori concessi ai soliti "amici". Viabilità della capitale ridotta allo stato di un sobborgo di Marrakech. Esplosione della criminalità tanto da spingere molti autorevoli quotidiani internazionali a indicare Roma come una tra le meno sicure città del mondo al pari della capitale dell'Isis Raqqa, o di certe favelas del sud America in mano ai narcos. Crollo qualitativo e quantitativo della manutenzione alle infrastrutture tanto che ormai i romani hanno iniziato ad attrezzarsi di gommoni per affrontare i giorni con previsioni di pioggia. Infine scandalo "Mafia Capitale" e funerale Casamonica che hanno portato al "depotenziamento" della giunta in favore di maggiori poteri al prefetto Gabrielli in previsione del prossimo Giubileo. L'azione della giunta Marino, troppo spesso caratterizzata da molti "non ne eravamo al corrente", ha fatto rimpiangere a buona parte del 64% dei romani che lo hanno votato, l'azione, non certo esentabile da forti critiche e perplessità, della precedente giunta di Gianni Alemanno.
Ebbene, Ignazio Marino non ci sta. Il chirurgo, simbolo del politicamente corretto romano, tanto gradito alla sinistra arcobaleno, quanto ai moderati, ai salotti buoni e ai cattolici, rifiuta ogni addebito e contrattacca con "accuratezza" e "delicatezza".
La prima bordata è per il suo partito, il Pd. Secondo l'ormai poco "allegro chirurgo" infatti molti dei problemi sarebbero nati a causa di veti e imposizioni della sezione romana suo stesso partito. Nel confermare gli eccellenti rapporti con il segretario – presidente Renzi, Marino ha ribadito la sua ormai aperta ostilità nei confronti del Pd romano affermando –"Mi hanno portato a nominare vice sindaco e capo della polizia locale due persone agli arresti". Ha poi rivendicato il suo ruolo e la bontà dell'operato della sua giunta dichiarando –"Vogliamo cambiare Roma e sono sicuro che lo stiamo facendo. Abbiamo già fatto cambiamenti che rimarranno nella storia della città. Pensare a dimettermi, come qualcuno ha suggerito, significherebbe tradire il voto del 64% dei romani". Sul "depotenziamento" della giunta in favore del prefetto Gabrielli, peraltro notoriamente comunque "gradito" al Pd, Marino puntualizza –"Non mi sento assolutamente commissariato. Sono straordinariamente positivo rispetto alla figura del prefetto Gabrielli. Secondo me è la persona ideale nel momento in cui affrontiamo il Giubileo straordinario".
Sulle polemiche legate al funerale Casamonica e alla sua vacanza negli Usa proprio nel bel mezzo del polverone, il sindaco di Roma sottolinea come in quei giorni la sua presenza non fosse necessaria visto che "la situazione era sotto il controllo del mio straordinario staff". Allo stesso tempo rivendica la "necessità" di prendersi una vacanza in quei giorni dato che, rivela Marino, avrebbe subito "minacce di morte". "Ho iniziato il mio mandato andando in bicicletta, ora devo andare in giro con 6 auto di scorta" – confessa uno scosso Marino. "Io sono dovuto andare in vacanza negli Stati Uniti contro la mia volontà. Volevo stare 14 giorni senza la scorta" – ha affermato il sindaco di Roma. Infine sul funerale - show dei Casamonica, Marino ribadisce l'assoluta estraneità della sua giunta poiché, nonostante la concessione dei permessi necessari e l'uso delle forze dell'ordine locali per bloccare la viabilità ordinaria e consentire il passaggio del corteo funerario, "nessuno ne era stato informato"."Appena saputo però ci siamo immediatamente attivati per fare una dichiarazione di condanna" – ha rivendicato il sindaco di Roma che ha comunque precisato che tali polemiche sono fuori luogo in quanto, il funerale celebrato nella stessa chiesa che lo negò a Piergiorgio Welbi, sarebbe da considerarsi solo come "una normale manifestazione in cui la famiglia ha voluto spettacolarizzare la morte del caro estinto per mandare un messaggio ai vivi".
Alexandru Rares Cenusa – Agenzia Stampa Italia