(ASI) "Le sanzioni contro la Russia stanno rappresentando un autogol per l'Italia e per la sua economia, ho presentato una mozione affinché anche dalla Regione Lazio arrivi un segnale politico forte al governo Renzi.
Nel documento ho richiesto che il presidente Zingaretti si adoperi con ogni strumento utile presso il governo per ottenere la rimozione dei divieti di commercio con la Russia, ad attivarsi affinché si assumano tutte le informazioni al fine di quantificare il danno subito dalle aziende, soprattutto quelle agricole, e dai lavoratori del Lazio, nonché a pretendere da parte del governo centrale il sostegno e il pieno ristoro dei danni economici subiti dalle imprese per effetto dei divieti commerciali imposti alla Russia", così in una nota Fabrizio Santori, consigliere regionale del Lazio e primo firmatario della mozione "interventi presso il Governo contro le conseguenze per la regione Lazio delle sanzioni commerciali tra Unione Europea e Russia".
"La Commissione europea, nel contesto delle restrizioni imposte dalla Russia a importazioni di prodotti agricoli dall'UE, ha provveduto a introdurre misure di sostegno per alcuni prodotti ortofrutticoli deperibili e aiuti all'ammasso privato per burro, latte scremato in polvere e alcuni formaggi DOP/IGP. Le risorse messe a disposizione per queste misure eccezionali, ritiri dal mercato, compensazioni per la mancata raccolta e la raccolta verde, ammasso privato, sono pari a 125 milioni di euro per l'ortofrutta e c'è una previsione tra i 10 e i 20 milioni di euro per latte, burro, formaggi. Stanziamento assolutamente inadeguato rispetto alle previsioni del danno provocato dall'embargo dove restano esclusi tutti i prodotti diversi dall'ortofrutta e dal latte, burro e formaggi DOP/IGP", prosegue Santori.
"E' necessario, quali che siano le scelte del governo centrale, che ha competenza esclusiva sulla diplomazia, assicurare il giusto ristoro ai danni subiti dalle imprese del Lazio, coinvolte dall'embargo, per la perdita di produzione e di reddito e che venga dato il sostegno alle imprese a ricercare, nel contingente, soluzioni alternative per la collocazione dei prodotti oggetto dell'embargo; il sostegno e il ristoro economico vanno estesi al sistema di filiera dei prodotti e dei settori economici colpiti e ai lavoratori coinvolti. Ci si augura infine un maggior coinvolgimento dell'Italia nella crisi ucraina, la fine delle sanzioni contro la Russia, il rispetto dell'autodeterminazione dei popoli e la tutela dei reali interessi politici e commerciali dell'Italia, tesi in primis alla tutela dello storico rapporto di partenariato che lega Roma e Mosca", conclude Santori.
Roma, 21 Marzo 2015
DI SEGUITO TESTO DELLA MOZIONE
Al Presidente della Regione Lazio Zingaretti
MOZIONE
OGGETTO: interventi presso il Governo contro le conseguenze per la regione Lazio delle sanzioni commerciali tra Unione Europea e Russia.
Premesso che
a seguito della crisi interna dell'Ucraina, in cui sono coinvolte minoranze russofone e motivata da interessi strategici internazionali, l'Unione europea ha deciso a agosto 2014 di varare misure restrittive sull'export tecnologico verso la Russia e contro gli interessi delle aziende della Federazione russa;
la Russia ha subito reagito alle sanzioni vietando importazioni di prodotti alimentari tra cui carne, pesce, latte e latticini, frutta e verdura dall'Unione, oltre che da Stati Uniti, Canada, Australia e Norvegia;
a inizio febbraio 2014 è stato vietato l'acquisto di macchinari di produzione estera alle aziende russe, obbligandole a rivolgersi a prodotti nazionali;
i divieti commerciali non hanno minimamente influito sulla crisi in Ucraina che anzi è continuata in forma di guerra strisciante tra forze governative e gruppi armati secessionisti, autonomisti o nazionalisti, con l'uso di armi pesanti e provocando morte e gravi distruzioni;
oltre alle sofferenze della popolazione, il perdurare della crisi ucraina rischia di determinare reciproche, ulteriori e più gravi misure sanzionatorie e restrizioni che potrebbero anche allargarsi a prodotti oggi esclusi (alcolici, pasta, prodotti da forno);
la guerra delle sanzioni tra Europa e Russia ha già determinato danni ingentissimi alle imprese del sistema agroalimentare del Lazio, dell'Italia e dell'Europa;
il valore dell'Italia verso la Russia, dato 2013, raggiungeva quasi gli 11 miliardi di euro e la Russia era tra i dieci mercati più importanti per l'export complessivo e a febbraio 2014 l'Italia era al decimo posto per l'esportazione agroalimentare in Russia e al primo posto per l'esportazione di vino e pasta, al secondo posto per l'olio d'oliva, al terzo per i prodotti da forno e il caffè;
la sciagurata decisione da parte dell'Unione europea si è tradotta per l'Italia in una semplice guerra commerciale, mentre il nostro Paese è ininfluente nelle decisioni internazionali, non partecipando alle riunioni ristrette con gli altri paesi interessati;
il danno stimato per l'Italia ha già superato il miliardo e, secondo le ricerche, per il biennio 2014 e 2015, a seconda dell'evoluzione dello scenario, potrà essere quasi doppio (2,4 miliardi di euro);
le imprese del settore già riportano unanimemente i danni commerciali ed economici e quel che è peggio i danni sono destinati a diventare maggiori e strutturali, perché altri operatori non italiani sostituiscono i prodotti vietati, sia nuovi produttori interni (che già propongono "parmigiano" e "mortadella" russi) sia i produttori esteri che già falsificavano i nostri prodotti tipici;
l'effetto dei divieti si ripercuote anche in altri comparti produttivi ed economici, dell'industria, artigianato, commercio, turismo;
Preso atto che
la Commissione europea nel contesto delle restrizioni imposte dalla Russia a importazioni di prodotti agricoli dall'UE ha provveduto a introdurre misure di sostegno per alcuni prodotti ortofrutticoli deperibili e aiuti all'ammasso privato per burro, latte scremato in polvere e alcuni formaggi DOP/IGP;
le risorse messe a disposizione per queste misure eccezionali, ritiri dal mercato, compensazioni per la mancata raccolta e la raccolta verde, ammasso privato, sono pari a 125 milioni di euro per l'ortofrutta e c'è una previsione tra i 10 e i 20 milioni di euro per latte, burro, formaggi;
l'entità delle risorse è assolutamente inadeguata rispetto alle previsioni del danno provocato dall'embargo e che restano esclusi tutti i prodotti diversi dall'ortofrutta e dal latte, burro e formaggi DOP/IGP;
Considerato che
i cittadini del Lazio e gli italiani non stanno traendo alcun beneficio dalla guerra commerciale in atto neanche dal punto di vista umanitario e della ricerca della pace, poiché l'obiettivo di attenuare o impedire la crisi in Ucraina non è stato raggiunto;
sono prevedibili solo ulteriori danni commerciali dalla prosecuzione della situazione descritta o da un peggioramento delle sanzioni commerciali;
l'Italia e i cittadini del Lazio con le sanzioni commerciali non hanno alcuna possibilità di influenzare l'andamento della crisi in Ucraina;
il governo italiano è coinvolto nelle decisioni solo formalmente e non può commisurare i vantaggi politici per la pace in Ucraina con i danni economici creati dalla guerra commerciale;
Augurato che
la crisi in Ucraina venga risolta con mezzi politici e non violenti, nel pieno rispetto delle aspirazioni dei popoli alla autodeterminazione, alla pace e ai diritti umani, nel minore tempo possibile e nel rispetto della democrazia e dei principi europei di sicurezza e collaborazione;
siano superati sanzioni e embarghi e conseguentemente ripristinati canali e flussi commerciali conquistati e consolidati con investimenti, che notoriamente promuovono la collaborazione e riducono l'interesse al mantenimento della condizione di crisi militare;
Affermato che
è necessario, quali che siano le scelte del governo centrale, che ha competenza esclusiva sulla diplomazia, assicurare il giusto ristoro ai danni subiti dalle imprese del Lazio, coinvolte dall'embargo, per la perdita di produzione e di reddito e che venga dato il sostegno alle imprese a ricercare, nel contingente, soluzioni alternative per la collocazione dei prodotti oggetto dell'embargo;
il sostegno e il ristoro economico vanno estesi al sistema di filiera dei prodotti e dei settori economici colpiti e ai lavoratori coinvolti;
Tutto ciò premesso, il Consiglio regionale
IMPEGNA IL PRESIDENTE DELLA GIUNTA REGIONALE
ad attivare ogni azione utile presso il governo per ottenere la rimozione dei divieti di commercio con la Russia;
ad attivarsi perché la Regione Lazio assuma tutte le informazioni per quantificare il danno subito dalle aziende e dai lavoratori del Lazio;
a pretendere da parte del governo centrale il sostegno e il pieno ristoro dei danni economici subiti dalle aziende e dai lavoratori del Lazio;
ad attivare ogni azione utile presso il governo affinché il governo ottenga dall'Unione Europea un pieno ristoro dei danni subiti dalle aziende del Lazio per effetto dei divieti commerciali e non politiche solo parziali e insufficienti.
Fabrizio Santori
Redazione Agenzia Stampa Italia