(ASI) «La Consulta ha già bocciato il taglio alle pensioni d’oro e visto che il provvedimento sui vitalizi dei dipendenti della Camera è la riproposizione di quel testo, non c’è alcuna ragione al mondo per la quale oggi i giudici della Corte dovrebbero dichiararlo legittimo.
Ed è proprio questo il risultato che evidentemente il Pd voleva ottenere: ricordiamo infatti che a rinviare la norma sui dipendenti della Camera al parere della Consulta è stata la commissione giurisdizionale per il personale, presieduta dal deputato e tesoriere del partito democratico, Franceco Bonifazi».
Lo dichiara il presidente di Fratelli d’Italia-Alleanza nazionale, Giorgia Meloni, dopo il rinvio alla Consulta della norma che taglia i vitalizi dei dipendenti della Camera.
«La verità è che questo Parlamento non ha mai avuto intenzione di mettere fine allo scandaloso sopruso delle pensioni d’oro e stabilire un principio di equità sociale, cancellando privilegi inaccettabili che non sono e non saranno mai dei diritti acquisiti – continua il presidente di Fratelli d’Italia-An -. Ne avevamo già avuto la prova quando la Camera ha votato contro la nostra proposta di legge che stabiliva un tetto corrispondente a 10 volte la pensione minima e il ricalcolo dei contributi per la parte eccedente. Quella legge, che si applicava anche agli organi costituzionali e che avrebbe evitato questo ricorso alla Consulta, è sprofondata nel silenzio tombale e oggi giace sotto cumuli di carte in Commissione lavoro. Si continua a speculare sulla pelle della povera gente e dei lavatori onesti, che una pensione decente non la vedranno mai e che stanno continuando a pagare i privilegi della casta. Si vergogni chi si rende complice di questo scempio, primo tra tutti il premier e segretario del Pd Renzi che a parole parla di giustizia sociale e nei fatti è sempre pronto a fare gli interessi dei potenti coi soldi degli italiani», conclude Giorgia Meloni.
Redazione Agenzia Stampa Italia