(ASI) Roma - "Il ministro Galletti, da Bruxelles, rivendica con un tweet un accordo raggiunto in sede Ue per una maggiore libertà degli stati membri sulla coltivazione degli Ogm.
Vorremmo rispondere al ministro, dicendo che la strada è invece ancora lunga e che l'approvazione del 26 ter ci soddisfa solo in parte. Per la tutela dell'agricoltura italiana di qualità contro gli OGM bisogna fare molto di più.” Lo scrive in una nota la senatrice del M5s Elena Fattori vice presidente della Commissione Politiche UE e membro della Commissione Agricoltura.
"Siamo moderatamente contenti che il 26 ter inserito nella direttiva 18/2001 consenta agli Stati membro di decidere se coltivare o meno il transgenico, ma le fattispecie previste non sono sufficienti - prosegue la senatrice -. Dobbiamo insistere, in sede Europea, sfruttando anche la presidenza del semestre, che vengano inserite anche le motivazioni ambientali oltre quelle sanitarie. E non ci venga detto che la norma già le prevede all'articolo 23, perché lo stesso ministero dell'ambiente si è sempre rifiutato di richiedere la clausola di salvaguardia”.
"Temiamo anche che questo sia un modo di deresponsabilizzare la Commissione Europea da eventuali impugnative sulla base di accordi che la stessa ha sottoscritto con la WTO, e lasciarle le mani libere per poter autorizzare OGM a profusione. E' noto come la Commissione sia molto vicina alle grandi lobbies e lo dimostra il fatto che per la prima volta in una norma della UE siano previste delle garanzie in favore delle multinazionali come Monsanto, Singenta e Pioneer - conclude la senatrice -. In quella che il Ministro Galletti esalta come norma protettiva, in realtà ci sono dei commi che consentono alle multinazionali di poter fare causa agli Stati Membri e questo è un altro punto su cui bisognerebbe lottare perché pericoloso nonché precursore della clausola ISDS prevista anche nel TTIP" chiosa Fattori.
Redazione Agenzia Stampa Italia