(ASI) "Gli sprechi di denaro pubblico della RAI sono diventati intollerabili. La società radiotelevisiva italiana è da sempre la super casta dei raccomandati e delle amanti dei potenti di turno.
Sono rimasto schifato dalla notizia che ben 5 diverse testate giornalistiche pubbliche avrebbero seguito il premier Renzi in Australia. Evidentemente non solo a Renzi e signora è piaciuto giocare coi Koala. Non parliamo poi dei servizi giornalistici dei TG delle 3 reti che si avvalgono, ciascuna, di apparati tecnici operativi e giornalistici differenti ma che trasmettono tutte il medesimo servizio. Ho presentato alla Commissione Europea la seguente interrogazione parlamentare al fine di verificare l'esistenza di fondi e finanziamenti UE alla Rai e la compatibilità degli stessi con le insostenibili politiche di spreco dell'azienda.
"La Rai, società pubblica italiana di radiotelevisione, si è recentemente distinta per la sproporzione tra l'entità della propria struttura amministrativa, manageriale, tecnica e operativa e le reali esigenze di copertura giornalistica di eventi pubblici, politici e governativi. Solo recentemente le cronache hanno evidenziato la presenza di 5 differenti testate giornalistiche RAI per la copertura della missione del premier Renzi al G20 di Brisbane, mentre i reportages televisivi diffusi nei telegiornali delle 3 reti, in questa ed in altre occasioni, sono i medesimi. Risulta alla Commissione Europea l'assegnazione a qualsivoglia titolo di fondi o finanziamenti UE alla società rediotelevisiva italiana RAI? Ritiene la Commissione che il conferimento dei predetti fondi ed i criteri di assegnazione degli stessi siano compatibili con le intollerabili politiche di spreco di denaro pubblico che caratterizzano la gestione Rai da parte dei dirigenti pubblici di nomina politica? La Commissione Europea si ritiene competente per intervenire nella limitazione di tali sprechi nell'attuale quadro di esposizione debitoria italiana?" Consiglio a Renzi di prenotarsi un posto come futuro conduttore di talk shows, è più bravo con le parole che coi fatti...". Così conclude
Redazione Agenzia Stampa Italia