(ASI) L’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) prende posizione sull’inchiesta della trasmissione Report che ha portato alla luce le pratiche illegali e cruente adottate da alcuni allevamenti ungheresi che producono le piume d’oca spennando vivi gli animali.
In un comunicato, l’Associazione prende duramente posizione contro le crudeltà rivelate dall’inchiesta televisiva intitolata “Siamo tutti oche”, da cui emerge una situazione di efferatezza antianimalista. “Piume estirpate con violenza, una dopo l'altra, mentre l'animale è vivo e cosciente. Oche costrette per questo a subire terribili sofferenze;moltissime di loro non sopravvivranno alla violenza, le più “fortunate” porteranno i segni delle ferite per il resto della loro vita e saranno costrette a subire questa tortura più volte nell'arco di uno stesso anno”, così il comunicato riassume i contenuti del programma andato in onda. Le piume frutto di questo trattamento, sottolinea ENPA, vengono poi vendute come materie prime all'industria tessile e dell'abbigliamento, anche per realizzare prodotti di lusso.
Contro queste pratiche, l'Enpa ha promosso una petizione online sulla piattaforma “Change.org”(http://urlin.it/12d21e)con la quale chiede all'Unione Europea di “mettere definitivamente al bando una pratica violenta e illegale, e di prevedere tutti gli opportuni controlli tesi ad evitare il ripetersi di situazioni di illegalità”. Ma la petizione è rivolta anche alle aziende e a Confindustria affinché pongano fine alle torture e allo sfruttamento delle oche per le piume, e utilizzino finalmente imbottiture sintetiche, le quali, oltre ad essere “cruelty free” (senza crudeltà verso gli animali) offrono anche una resa superiore. Le scelta “cruelty free” - osserva l'Enpa – è una “scelta etica che paga sempre e comunque, anche in campo economico”.
L'Enpa sollecita inoltre le autorità competenti a rispettare il diritto dei cittadini di essere correttamente informati in merito, di conoscere quindi la provenienza dei capi e delle materie prime con un idoneo sistema di tracciabilità che permetta, nel caso in questione, di sapere se siano state usate piume e da quale allevamento esse provengano.
Redazione Agenzia Stampa Italia