Roma 26/6/2014 Conferenza: "Stop all’Austerita', Sì alla crescita, sì all'Europa del lavoro e di un nuovo sviluppo".

(ASI) Roma - Stop all’Austerità, Sì alla crescita, sì all'Europa del lavoro e di un nuovo sviluppo" L’austerità ha fallito. Riprendiamoci la crescita, riprendiamoci l'Europa.

I componenti del comitato promotore illustreranno le ragioni della iniziativa referendaria e descriveranno i quattro quesiti, alla presenza di alcuni tra gli esponenti delle forze sociali e politiche che hanno già preannunciato il loro sostegno alla campagna.

 

Conferenza presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati

Via della Missione 4   Roma 

Giovedì 26 giugno 2014  ore 13.00

 

 

Vota SI’ ai 4 Referendum "STOP ALL'AUSTERITA'”

Sì alla crescita, sì all'Europa del lavoro e del nuovo sviluppo"

 

Quattro quesiti referendari per modificare alcuni articoli della legge243 del 2012, approvata nel periodo del Governo Monti, che ha costretto l'Italia a vincoli persino più stringenti di quelli previsti dalla normativa europea, e dal cosiddetto “Fiscal Compact”.

Come è noto, tutti i documenti governativi di programmazione economico-finanziaria da allora si sono attenuti ai vincoli europei, con gravi conseguenze sul piano economico e sociale. Il referendum è l'unico strumento che i cittadini hanno per lanciare un segnale forte al nostro Parlamento, per chiedere di fermare le politiche austere e ottuse che finiscono per aggravare il quadro recessivo, e per invocare una svolta espansiva di politica economica a favore dello sviluppo e del lavoro.

 

 

Da molti anni ormai spieghiamo che l'austerità non è la soluzione ai problemi creati dalla crisi. I dati relativi al nostro Paese parlano chiaro: “grazie” alle politiche messe in atto dal 2007 al 2013 si sono ottenuti questi risultati:

 

Aumento del tasso di disoccupazione: dal 6.1% al 12.7%

Aumento del tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni):  dal 20,3% al 43,3%

Diminuzione del PIL reale: - 8.5%

Aumento del rapporto debito-PIL: da 103.3% a 132.7%

Imprese che hanno cessato l'attività: 2.880.601

 

Firmare i quattro quesiti referendari e votare Sì è una scelta di respiro non solo italiano, ma europeo. Vuol dire, infatti,  salvare l’Europa da politiche che dividono arbitrariamente il Continente tra Paesi di serie A e Paesi di serie B, riversando sulle realtà periferiche i più pesanti oneri del riequilibrio macroeconomico, con costi sociali non sostenibili. Vuol dire evitare che i  vincoli dell’austerità europea continuino a sfibrare il tessuto della comune cittadinanza europea facendo crescere l’intolleranza, scardinando le reti di solidarietà, mettendo a rischio la stessa tenuta dell’eurozona e il progetto di una Unione tra i popoli.

 

Firmare e votare Sì ai quesiti referendari “STOP ALL’AUSTERITA’” significa dare una spallata a quell’ottusa austerità che, in questa fase di recessione, peggiora il quadro della finanza pubblica e genera ulteriore disoccupazione, disgregando il tessuto sociale e frantuma le istituzioni pubbliche nazionali.

 

Firmare i quattro referendum significa dare un potente impulso affinché  gli obiettivi delle politiche nazionali di bilancio non siano vincolati in modo meccanico ed automatico da decisioni assunte in sede europea, sulla base di analisi tecniche fortemente discutibili (come quelle relative al PIL potenziale o la disoccupazione naturale). Con questi referendum riporteremo democraticità di processi decisionali che incidono sulle condizioni di vita di milioni di persone. 

Con questi quattro referendum vogliamo sostenere tutti i governi europei e le forze politiche del Continente per risvegliare la “bella addormentata” Europa. Un progetto così importante come quello europeo, rafforzato da una moneta comune che spinge gli Stati membri, al dialogo e che ci fa trovare uniti al tavolo geopolitico delle negoziazioni mondiali, è messo in crisi da politiche ottusamente austere che, come ampiamente dimostrato dai numeri, non solo non rimettono in ordine  nelle finanze pubbliche degli Stati, ma impediscono di generare un clima favorevole alle necessarie riforme, creando scoramento, scetticismo e sfiducia – specie tra i più giovani - sul senso del comune progetto europeo. E’ quanto mai urgente in Europa ripristinare la possibilità di politiche economiche favorevoli alla ripresa degli investimenti pubblici e privati e al rilancio della domanda interna, italiana e di tutta l’area euro. Rimettere le politiche economiche al servizio dello sviluppo, della occupazione della solidarietà tra i popoli, in un quadro democratico, è oggi indispensabile per rilanciare lo straordinario progetto di unione tra i popoli europei che fu concepito all’indomani dei tragici eventi della seconda guerra mondiale.

 

Sul piano giuridico, i quattro quesiti si propongono di abrogare quelle norme di legge che, imponendo o consentendo oneri aggiuntivi, vessatori e comunque ancor più rigoristi rispetto a quanto richiesto dalle norme europee si presentano come un applicazione particolarmente ottusa del principio di equilibrio dei bilanci.

 

Per questi motivi è occorre firmare e votare Sì ai quattro referendum abrogativi "Stop all'austerità - Sì alla crescita, Sì all'Europa del lavoro e di un nuovo sviluppo".


FIRMA I 4 REFERENDUM "STOP ALL'AUSTERITà, sì alla crescita, sì all'europa del lavoro e dI UN NUOVO sviluppo"

 

 

Il Comitato promotore è formato da personalità di diversa formazione culturale e sensibilità politica, accomunate dalla critica ai vincoli europei dell’austerità e dalla consapevolezza dell’urgenza di una svolta espansiva alle politiche economiche nell’interesse generale della collettività.

 

 

COMITATO PROMOTORE  (email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

 

1) Mario Baldassarri, prof. univ. di economia politica

2) Danilo Barbi, impegnato nel Sindacato CGIL

3) Leonardo Becchetti, prof. univ. di economia politica

4) MarioBertolissi, prof. univ. di diritto costituzionale

5) Melania Boni, dirigente pubblico

6) Flaviano Bruno, consulente

7) Rosella Castellano, prof. univ. di finanza matematica

8) Massimo D’Antoni, prof. univ. di scienza delle finanze

9) Paolo De Ioanna, consigliere di Stato 

10) Antonio Pedone, prof. univ. di scienza delle finanze

11) Laura Pennacchi, responsabile Forum Economia CGIL

12) Nicola Piepoli, presidente Istituto Piepoli

13) Gustavo Piga, prof. univ. di economia politica

14) Riccardo Realfonzo, prof. univ. di economia politica

15) Giulio M. Salerno, prof. univ. di diritto pubblico

16) Cesare Salvi, prof. univ. di diritto civile.


 

FIRMA E VOTA SI’ AI 4 REFERENDUM "STOP ALL'AUSTERITà”

“sì alla crescita, sì all'europa del lavoro e dI UN NUOVO sviluppo"

 

Su cosa si vota

 

I quattro quesiti referendari  hanno per oggetto alcune disposizioni della legge n.243 del 2012, la legge che ha dato attuazione al principio di equilibrio dei bilanci pubblici introdotto nella Costituzione con la legge cost. n. 1 del 2012.

 

Con questi referendum si intendono abrogare alcune disposizioni della legge n. 243 del 2012 che prescrivono modalità attuative del principio di equilibrio dei bilanci che non sono previste dalla Costituzione, né imposte dalla normativa europea o dal Fiscal Compact. Si tratta di disposizioni che danno luogo ad un’applicazione particolarmente "ottusa" del principio di equilibrio dei bilanci. Le disposizioni che sono oggetto dei quattro quesiti, infatti, impongono o consentono decisioni pubbliche inutilmente vessatorie e pericolosamente restrittive per l'economia, il lavoro, lo sviluppo del Paese.

 

L’approvazione dei quesiti referendari non metterà a rischio il principio costituzionale di equilibrio dei bilanci, né comporterà la violazione degli obblighi assunti in sede europea o internazionale, ma eliminerà le storture applicative che sono state stabilite dalla legge n. 243 del 2012 e favorirà una rivisitazione delle politiche macroeconomiche europee.


SCHEDA TECNICA

 

L’abrogazione delle singole disposizioni, ognuna riferita ai quattro quesiti, avrà le seguenti conseguenze:

 

Quesito 1)          attuando il principio costituzionale dell'equilibrio dei bilanci pubblici, il Governo e il Parlamento non potranno stabilire obiettivi di bilancio più gravosi di quelli definiti in sede europea. In particolare, con il referendum vengono abrogate quelle parti di due disposizioni che - precisando, per ben due volte, "almeno" - consentono di andare al di là degli obiettivi di bilancio stabiliti dall'Unione.

(“Volete voi che siano abrogati l’art. 3, comma 3, limitatamente alla parola: “almeno”, e l’art. 3, comma 5, lettera a) , limitatamente alla parola: “almeno”, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?”)

 

Quesito 2)          il principio costituzionale di equilibrio dei bilanci pubblici non sarà più inteso come automatica e meccanica applicazione di un obiettivo stabilito dall'Unione europea, fra l’altro con modalità poco trasparenti. Con il referendum si abroga la disposizione che prevede l'esatta "corrispondenza" tra il principio costituzionale di bilancio e il cosiddetto "obiettivo a medio termine" stabilito in sede europea.  Le normative europee, va aggiunto, non impongono la rigida e assoluta coincidenza degli obiettivi di bilancio nazionale con l'"obiettivo a medio termine"; ben diversamente, si prevedono condizioni di flessibilità che, con il referendum abrogativo, si intendono compiutamente ripristinare ed applicare.

(“Volete voi che sia abrogato l’art. 3, comma 2 (“2. L’equilibrio dei bilanci corrisponde all’obiettivo a medio termine.”) della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art.  81, sesto comma, della Costituzione”?”)

 

Quesito 3)          l'Italia potrà ricorrere all'indebitamento per realizzare operazioni relative alle partite finanziarie anche se non si verificano gli specifici eventi di carattere straordinario previsti dalla legge. Con il referendum si intende abrogare la norma che limita il ricorso all’indebitamento per realizzare operazioni finanziarie ai soli casi eccezionali stabiliti dalla legge, limite che non scaturisce dalla Costituzione, né è imposto da impegni europei. Abrogando questo limite, si consentirà al nostro Paese di contrastare gli effetti del ciclo economico negativo con un maggior ventaglio di strumenti di politica economica e industriale.

(“Volete voi che sia abrogato l’art. 4, comma 4 (“4. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 6, comma 6, non è consentito il ricorso all’indebitamento per realizzare operazioni relative alle partite fi nanziarie.”) della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?” )

 

Quesito 4)          l’attivazione obbligatoria e automatica del cosiddetto "meccanismo di correzione" delle politiche di finanza pubblica (meccanismo che, per intenderci, imporrà nuove tasse o riduzione delle spese pubbliche se non sarà raggiunto l'obiettivo di bilancio) avverrà soltanto quando previsto dall’Unione europea, e non anche quando imposto da trattati internazionali. Con il referendum si intende abrogare quella parte della legge che impone l'attivazione del meccanismo di correzione quando si determina uno scostamento considerato "significativo" anche sulla base di trattati internazionali.

(“Volete voi che sia abrogato l’art. 8, comma 1, limitatamente alle parole: “e dagli accordi internazionali in materia”, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?”)

 

 

 

 

Estratto dalla Gazzetta Ufficiale

Serie generale - n. 135

13-6-2014

 

CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

 

Annuncio di una richiesta di referendum popolare

Ai sensi degli articoli 7 e 27 della legge 25 maggio 1970 n. 352, si annuncia che la Cancelleria della Corte Suprema di  Cassazione, in data 12 giugno 2014, ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da tredici cittadini italiani, muniti dei certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare, previsto dall’art. 75 della Costituzione, sul seguente quesito:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 4, comma 4 (“4. Fatto salvo quanto previsto dall’articolo 6, comma 6, non è consentito il ricorso all’indebitamento per realizzare operazioni relative alle partite finanziarie.”) della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?”

 

Annuncio di una richiesta di referendum popolare

Ai sensi degli articoli 7 e 27 della legge 25 maggio 1970 n. 352, si annuncia che la Cancelleria della Corte Suprema di Cassazione, in data 12 giugno 2014, ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da tredici cittadini italiani, muniti dei certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare, previsto dall’art. 75 della Costituzione, sul seguente quesito:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 8, comma 1, limitatamente alle parole: “e dagli accordi internazionali in materia”, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?”

 

Annuncio di una richiesta di referendum popolare

Ai sensi degli articoli 7 e 27 della legge 25 maggio 1970 n. 352, si annuncia che la Cancelleria della Corte Suprema di Cassazione, in data 12 giugno 2014, ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da tredici cittadini italiani, muniti dei certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare, previsto dall’art. 75 della Costituzione, sul seguente quesito:

“Volete voi che sia abrogato l’art. 3, comma 2 (“2. L’equilibrio dei bilanci corrisponde all’obiettivo a medio termine.”) della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art.  81, sesto comma, della Costituzione”?”

 

Annuncio di una richiesta di referendum popolare

Ai sensi degli articoli 7 e 27 della legge 25 maggio 1970 n. 352, si annuncia che la Cancelleria della Corte Suprema di Cassazione, in data 12 giugno 2014, ha raccolto a verbale e dato atto della dichiarazione resa da tredici cittadini italiani, muniti dei certificati comprovanti la loro iscrizione nelle liste elettorali, di voler promuovere una richiesta di referendum popolare, previsto dall’art. 75 della Costituzione, sul seguente quesito:

“Volete voi che siano abrogati l’art. 3, comma 3, limitatamente alla parola: “almeno”, e l’art. 3, comma 5, lettera a) , limitatamente alla parola: “almeno”, della legge 24 dicembre 2012, n. 243, recante “Disposizioni per l’attuazione del principio del pareggio di bilancio ai sensi dell’art. 81, sesto comma, della Costituzione”?”

 

 

 

 

 

 

 

 

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