(ASI) "L’inchiesta di Catanzaro dimostra la necessita’ di conoscere e censire tutte le moschee, grandi e piccole, ufficiali e clandestine, operanti sul territorio italiano, per verificarne la legalita’ dell’operato".
Lo ha affermato il presidente dei senatori del PdL, Maurizio Gasparri, che ha commentato la notizia dei tre extracomunitari, appartenenti alle comunita’ islamiche del catanzarese e del lametino, che sono stati arrestati dalla Polizia di Stato di Catanzaro nell’ambito di una operazione, coordinata dalla procura della Repubblica.
I tre sono accusati di aver utilizzato la rete internet per diffondere materiale multimediale ai fini della propaganda per il terrorismo e, con lo stesso sistema, diffondevano software da utilizzare per il sabotaggio di apparati informatici "Non possiamo permetterci, infatti, casi come quello di Sellia Marina dove l’imam della locale moschea, con l’aiuto del figlio e di una terza persona avevano costituito una pericolosa cellula jihadista che utilizzava internet e sono stati arrestati con le gravi accuse di ’addestramento alle azioni violente con finalita’ di terrorismo; radicalizzazione e proselitismo nei confronti di appartenenti alle comunita’ islamiche. Una moschea apparentemente minore che dimostra come il rischio puo’ nascondersi dappertutto anche per gli stessi moderati islamici e deve essere interesse di tutti fare chiarezza. Quante altre moschee ’fai da te’ come quella calabrese esistono nel nostro Paese?".