(ASI) "Abbiamo scaricato sui lavoratori tutte le contraddizioni prodotte dal 'mercato globale', le stesse a cui la politica, i governi, la comunità internazionale non riescono a dare risposta.
Abbiamo chiesto agli operai di modificare i loro turni di lavoro, di accorciare le pause, di spostare all'uscita la pausa mensa. Tutto ciò senza offrire loro in cambio migliori salari, certezza di sviluppo industriale, partecipazione e rappresentanza, ma semplicemente dicendogli che non era possibile fare altrimenti, che è così che funziona il mercato. E molti lavoratori non hanno acconsentito, hanno detto no". Lo scrive oggi sul "Fatto Quotidiano" il senatore del PD Paolo Nerozzi, tra i fondatori dell'associazione Lavoro e libertà, a sostegno della Fiom. Mirafiori, prosegue Nerozzi, "è un prototipo che non può essere assunto a modello e lo sciopero del 28 gennaio della Fiom deve essere un momento di contrasto alle pericolose tendenze che farebbero regredire di decenni le nostre relazioni industriali".