I Sondaggi ufficiali, come ho detto nelle precedenti occasioni danno Cappellacci in testa ,seguito da Pigliaru, ma quelli non ufficiali locali danno la Murgia in vantaggio. Secondo il sito “Sardegna Remix” la Murgia sarebbe in testa con il 24.44%,secondo Pigliaru Con il 18.39%, Terzo Gigi Sanna del Movimento Zona Franca con il 15.99% che avrebbe superato nuovamente Il governatore uscente Cappellacci con il 14.51%. Quinto Devias del Fronte Indipendentista Unidu degli ultranazionalisti sardi Sesto l’ex pidiellino Pili con il 5.6%. Gli astenuti sarebbero il 7.25% gli indecisi il 4.4%.
In caso di vittoria indipendentista come reagirà Roma?,e se anche il referendum venisse concesso e vincessero i Si,quali prospettive ci sarebbero?. Da un lato la prospettiva indipendentista entusiasma parecchi sardi,perché ci sarebbe la possibilità di scrivere un capitolo nuovo della Storia Sarda. Il lato positivo della vittoria indipendentista sarebbe che la Sardegna potrebbe forse liberarsi,prima fra tutte le regioni Italiane dalle catene globaliste dell’Europa delle banche.Tuttavia questo fatto indubbiamente positivo avrebbe il suo pesante pedaggio politico da pagare,con conseguenze imprevedibili:Il distacco e la separazione di un pezzo rilevante ed importante del territorio nazionale,con conseguenze imprevedibili.L’indipendenza della Sardegna potrebbe dare il via ad un “effetto a catena” che potrebbe portare a due conseguenze distinte:
Nel primo caso un indipendenza sarda pacifica,senza conseguenze per il resto del paese,nel secondo caso un effetto a catena che potrebbe portare allo sfascio del territorio nazionale,e alla nascita o alla ricostituzione di nuove entità statuali indipendenti nella penisola Italiana,vanificando cosi’tutti gli sforzi compiuti storicamente dal risorgimento Italiano.
In Sardegna si potrebbe porre il problema della componente Italofona Italiana e Sardo-Italica (attualmente largamente maggioritaria,convivente però con uno spirito indipendentista e autoctono in crescita). Il problema non si dovrebbe porre visto che la convivenza fra Sardi da un lato e Italiani e Sardo-Italici dall’altro,non ha mai comportato problemi. Esistono però gruppi certamente minoritari,ma determinati ostili alla componente Italofona dell’Isola.
Ad ogni modo per fortuna attualmente e largamente maggioritario nell’isola un indipendentismo moderato a favore del bilinguismo sardo-italiano e comunque non ostile alla componente Italiana. Ovviamente la constatazione di una netta predominanza di un indipendentismo moderato e favorevole al bilinguismo,non deve essere motivo per abbassare la guardia,perché il pericolo della crescita dei sentimenti anti Italiani è reale, esclusivamente per colpa e responsabilità del governo di Roma,che con i suoi errori e le sue manchevolezze è riuscito a far sorgere un indipendentismo che sino a pochi anni fa era un fenomeno certamente presente e storicamente radicato, ma circoscritto e controllato. Le motivazioni di un eventuale indipendenza sarda se da un lato sono,al momento attuale,in parte giustificabili e comprensibili all’altro suscitano forti dubbi vista l’assoluta assenza di una classe politica capace di reggere uno stato sovrano ed indipendente come può essere un eventuale nuovo stato sardo.
La Sardegna in caso d’indipendenza saprà agire da entità libera e sovrana oppure cadrà vittima dell’influenza di altre nazioni,mantenendo un indipendenza poco più che formale e venendo sfruttata da pezzi più forti della scacchiera mediterranea e mondiale? Aspettiamo e vediamo. Fondamentale in caso d’indipendenza sarda diverrebbe la difesa della componente Italiana e Italofona dell’Isola.
Antonio Cerina – Agenzia Stampa Italia