(ASI) Non sembrano finire i guai per il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi.
Oggi durante il processo a Firenze per le stragi mafiose del '93 a carico di Francesco Tagliavia, accusato anche di aver appoggiato la strage in via dei Georgofili, il pentito Giovanni Ciaramitaro, ascoltato come teste, ha rilascito le seguenti dichiarazioni: "'Alcuni politici,tra cui il Premier Silvio Berlusconi, ci avevano dato il suggerimento di eseguire le stragi affinchè si scendesse a patti con lo Stato per fare abolire il 41 bis, la legge sul carcere duro ai mafiosi".
Così Ciaramitaro, ricalcando le parole del pentito Francesco Giuliano, accusa il Premier di essere uno dei mandanti delle stragi dinamitarde che colpirono l'Italia nel '93.
Nonostante in passato ci furono già avvisaglie che le parole del pentito potessero trovare un riscontro nei fatti, fa strano che tali accuse, mosse contro il Presidente del Consiglio, arrivino in un momento, per lui, così delicato; seguendo il principio che la verità sta nel mezzo è possibile che dietro a certe "verità" si celi un complotto, come lo stesso Berlusconi ha definito, contro la sua persona, ormai diventata antipatica alle solite "Super Potenze" a causa della sua politica energetica e internazionale?