(ASI) “Il sì 'estorto' dalla Fiat a Mirafiori, e prima ancora a Pomigliano, non è certo la soluzione ai mali atavici dell'industria e dell'economia italiana, come invece credono in molti.
Non lo è nel metodo, giacché non si può chiedere a un lavoratore di scegliere tra l’accettare una riduzione dei propri diritti e il perdere il posto di lavoro, e non lo è nel merito, perché non basterà importare ritmi produttivi da paesi asiatici o dell’Est europeo per rilanciare le nostre industrie e renderle competitive sul mercato globale”. Lo afferma il capogruppo dell’Italia dei Valori al Senato, Felice Belisario, che dopo il referendum di Mirafiori chiede “più coraggio a Confindustria e sindacati pere rimettere in piedi un Paese fermo e diviso, visto l’immobilismo di un governo incapace e inaffidabile, che non ha messo mai in campo una sola proposta e che si è rivelato del tutto inadeguato a fronteggiare l’enorme sfida imposta dalla globalizzazione”. Per Belisario “il rilancio della economia italiana deve partire dalla innovazione, dalla ricerca, dalla formazione, dagli investimenti nelle nuove tecnologie, dal maggiore coinvolgimento dei lavoratori nelle scelte e nei destini delle imprese. Senza questi presupposti - conclude - pensare di poter competere con i paesi emergenti e di riavviare la macchina ingolfata della nostra economia è puramente illusorio”.