“Abbiamo deciso di fare questa iniziativa – ha spiegato Cotone – con i lavoratori sia dell’azienda ospedaliera che della facoltà di medicina e chirurgia dell’Università degli Studi di Perugia per rilanciare la necessità di partire definitivamente con la creazione dell’azienda unica integrata, ospedaliera universitaria. Sosteniamo con forza questa richiesta perché vogliamo che l’azione riformista avviata dalla giunta regionale umbra sul sistema sanitario regionale non rimanga l’ennesima riforma mancata”. “Questo percorso condiviso – ha commentato Fusco –, che parte proprio dal sindacato ed è il primo di questo tipo a livello nazionale, va nella direzione di far convergere le diverse esigenze del territorio. La crescita complementare dei due settori, sanità e università, può infatti dare molto di più sia ai cittadini che ai lavoratori e, quindi, all’intera collettività”.
Dopo la relazione tenuta da Torresi che ha analizzato l’evoluzione del sistema previdenziale italiano, dalla riforma Dini del 1995 fino alle più recenti modifiche apportate con la riforma Fornero, il dibattito si è incentrato in particolare sulle opportunità offerte dal Fondo Perseo. “Sempre più la previdenza obbligatoria – ha spiegato Viti – non è in grado di assicurare un futuro sereno. È quindi necessario un fondo previdenziale integrativo e il Fondo Perseo, istituito per il settore pubblico locale, rappresenta una grande occasione e una grande conquista dei lavoratori. Ci si possono iscrivere tutti i dipendenti degli enti e delle autonomie locali, del settore sanitario e anche del settore delle case di cura private. Il lavoratore versa un contributo dell’1 per cento e l’amministrazione un ulteriore uguale contributo. Nel momento in cui si andrà in pensione si potrà così avere un ulteriore sostegno”. Infine Bendini ha chiarito la posizione di Uil Umbria in merito alla riforma del sistema sanitario regionale. “Chiediamo – ha affermato – che vengano realmente applicate quelle misure che la Regione ha previsto rispetto al concentramento delle strutture. Ma soprattutto vorremmo che venisse migliorata la qualità e che ci fosse un servizio strutturato in tutte le aziende sanitarie ospedaliere che misuri e valuti le prestazioni erogate agli utenti”.
Foto: da sinistra Domenico Torresi Claudio Bendini Antonino Viti Alessandro Fusco