(ASI) Luigi De Magistris, europarlamentare dell’Italia dei Valori, a proposito del referendum Fiat, ha sottolineato sulla sua pagina facebook che “la Costituzione afferma all’art.1 che l’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro, ma per Marchionne e governo è una mezza democrazia fondata sull’occupazione come privilegio concesso da chi detiene il potere economico-politico.
E per altro per mezzo di una estorsione come il referendum di oggi, che spinge i lavoratori a ratificare, temendo di perdere l’occupazione, il proprio destino da schiavi. Siamo all’autocertificazione della schiavitù futura. Mi sento vicino alla Fiom e ai lavoratori di Mirafiori. Tutti. Tanto a coloro che sceglieranno di votare no mantenendo la schiena dritta, quanto a chi sceglierà di scrivere sì per difendere i suoi mille euro al mese e il diritto a vivere”. De Magistris sposta la sua attenzione anche sull’esecutivo, dicendo che “al ricatto di Marchionne si somma la minaccia del governo. L’esecutivo è stato incapace di essere arbitro di una trattativa delicata e difendere gli interessi nazionali, soprattutto dei soggetti più deboli come i lavoratori. Fino al punto di assistere all’entrata a gamba tesa nella trattativa da parte di Berlusconi, il quale appoggia uno dei soggetti in campo, quello più forte, e minaccia i lavoratori avallando la fuga estera della Fiat in caso nel referendum vincesse il no. Un modo con cui vengono danneggiati gli interessi nazionali – ha concluso l’ex magistrato - come è tipico di questo esecutivo interessato solo al suo ‘particulare’. Quello che inizia oggi a Mirafiori è un referendum-estorsione anticostituzionale con cui ai lavoratori della Fiat si chiede di rinunciare a diritti indisponibili (sciopero, malattia, rappresentanza) per poter continuare a lavorare”.