Dai pediatri della Società Italiana di Infettivologia Pediatrica (SITIP) la raccomandazione a vaccinare contro l’influenza i bambini con patologie respiratorie.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) stima che ogni anno, in tutto il mondo, 800 mila persone muoiano prematuramente a causa dell’inquinamento atmosferico che costituisce, in tal modo, la tredicesima causa di mortalità.
Recentemente, una ricerca condotta nell’area della grande Milano (Milano e hinterland) dal team dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura, Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano, ha evidenziato una stretta relazione tra inquinamento atmosferico e sviluppo di patologie respiratorie in età pediatrica, con un aumento del rischio, in termini di frequenza e gravità, nei soggetti con broncospasmo (wheezing) o asma.
La ricerca è stata effettuata allo scopo di rilevare la frequenza delle patologie respiratorie a carico delle alte e basse vie aeree in una popolazione pediatrica milanese di età compresa tra 3 mesi e 18 anni; sono stati messi a confronto, in un periodo temporale di 12 mesi, 329 bambini con wheezing ricorrente o asma bronchiale, con o senza sensibilizzazione allergica e 364 bambini senza patologie di base.
“I bambini, soprattutto quelli in età prescolare - sottolinea Susanna Esposito, Direttore dell’Unità di Pediatria ad Alta Intensità di Cura Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico, Università degli Studi di Milano e Presidente di SITIP – sopportano il 40% del peso dei danni indotti dall’inquinamento, poiché hanno caratteristiche anatomo-fisiologiche che li rendono più suscettibili. In particolare, durante la crescita e lo sviluppo degli organi esistono delle “finestre di vulnerabilità” agli stimoli nocivi, quali il periodo pre-concezionale, l’età embrionale, il primo anno di vita, il periodo dalla nascita fino ai 5-6 anni e l’epoca dello sviluppo puberale”.
I dati emersi dalla ricerca hanno evidenziato che nei soggetti che poi svilupperanno wheezing e asma sono nettamente più frequenti fattori quali la prematurità (15,6%), il papà fumatore durante la gravidanza (28,8%), i problemi cardiaci (5,6%) e respiratori (11,9%) alla nascita.
I dati hanno, inoltre, confermato che per i bambini già affetti da wheezing e asma, l’abitare in zone limitrofe ad aree molto trafficate è risultato essere un fattore di rischio per infezioni delle basse vie aeree e per episodi asmatici; al contrario, l’abitazione in zone verdi è risultato essere un fattore protettivo.
In sintesi, i risultati della ricerca hanno dimostrato che esiste una sicura correlazione causa-effetto tra l’inquinamento atmosferico e i danni alla salute. L’inquinamento, infatti, da una parte modifica la risposta immunitaria e dall’altra contribuisce all’infiammazione delle vie aeree.
“Questi risultati – aggiunge Susanna Esposito – richiamano con forza la necessità di vaccinare contro l’influenza i bambini con wheezing ricorrente o con asma bronchiale (che rappresentano il 15% della popolazione pediatrica) e tutti coloro che presentano patologie respiratorie croniche, ad esempio prematuri con broncodisplasia o pazienti con fibrosi cistica. Purtroppo, infatti, tutti questi pazienti risultano ad alto rischio di riacutizzazioni respiratorie e in questi casi l’inquinamento dell’aria può avere un ruolo di primummovens ma anche di co-fattore insieme ai patogeni respiratori”.
Proprio per questi soggetti, il vaccino contro l’influenza è uno strumento preventivo semplice ed efficace ed è proprio questo il periodo più appropriato per pensarci: già dalla seconda metà di ottobre i vaccini antinfluenzali sono disponibili in farmacia, negli Ospedali e nei Centri vaccinali.
Oggi le coperture vaccinali nei pazienti con patologia respiratoria cronica sono spesso inadeguate (per alcune di queste patologie non raggiungono il 30% dei pazienti), sebbene tutte le autorità sanitarie raccomandino fortemente la vaccinazione antinfluenzale e i nuovi risultati dimostrino ampiamente come un intervento relativamente semplice può avere un grande impatto sulla salute, soprattutto quella dei bambini con malattie croniche sottostanti.
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