(ASI)Tanto nel Pd che nel Pdl esistono ampie aree affette dal “paradosso neocentrista”. Esse mal sopportano le larghe intese, vorrebbero porvi termine al più presto temendo che possano condurre al neocentrismo.
Ma non si accorgono che non consentendo di portare a termine l’obiettivo fondamentale del governo Letta, cioè la riforma della Costituzione, rendono praticamente inevitabile la prospettiva neocentrista. Alcuni ritengono che la riforma della sola legge elettorale possa assicurare il bipolarismo, ma è il più grave errore.
Infatti, con un sistema politico divenuto tripolare e con due Camere che esprimono la fiducia al governo ed hanno elettorato attivo diverso, non esiste alcuna legge elettorale (tedesca, spagnola, inglese o francese) che possa produrre un vincitore.
Può conseguire questo risultato solo un sistema basato su:
a) il doppio turno per la scelta del vertice dell’esecutivo;
b) una sola Camera che esprime la fiducia. Un sistema realizzabile solo attraverso la riforma della Costituzione.
Infatti, con il bicameralismo paritario il doppio turno di coalizione è impraticabile: i primi due partiti o schieramenti potrebbero non essere gli stessi nelle due Camere e nel ballottaggio con due schede (ed elettorato diverso) potrebbe essere diverso il vincitore.
Il porcellum va subito riformato per superare i suoi vizi di costituzionalità, ma si illude chi spera che questa riforma possa produrre un vincitore. Potrà farlo solo la riforma della legge elettorale a regime, quella da realizzare insieme alla riforma costituzionale.
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